Consumo di suolo, la cementificazione genera rischio idraulico

A colloquio con Vincenzo D’Agostino, ingegnere idraulico e direttore del dipartimento Territorio e sistemi agroforestali dell’Università di Padova

Il rischio idraulico è legato al consumo di suolo, inteso come artificializzazione e perdita della funzione filtrante tipica del terreno. Ne abbiamo parlato con Vincenzo D’Agostino, ingegnere idraulico e direttore del dipartimento Territorio e sistemi agroforestali dell’Università di Padova.

ingegnere Vincenzo D’AgostinoProfessore, il rapporto di Snpa sul consumo di suolo evidenzia ancora una volta l’aumento della cementificazione in Italia. Perché ci dobbiamo preoccupare?
L’impermeabilizzazione porta a due effetti: quando piove aumenta il volume del deflusso, che non viene più assorbito dal terreno, ma soprattutto riduce il tempo in cui l’acqua raggiunge i nodi critici del sistema idraulico. I picchi del deflusso sono l’aspetto più difficile da governare, visto anche lo scenario della crisi climatica, che porta all’intensificarsi dei fenomeni meteorologici.

Che bisognerebbe fare per una migliore gestione del territorio?
Ridurre al minimo il nuovo suolo consumato, incentivando il recupero di edifici abbandonati, e agire per rigenerare, per quanto si può, il suolo già artificializzato. È possibile infatti deimpermeabilizzare alcune aree, a partire dai parcheggi, per cui esistono pavimentazioni drenanti anche più efficaci di un suolo naturale. Ci sono poi diversi sistemi che garantiscono il processo di infiltrazione: i giardini pluviali, le vasche di laminazione con fondo permeabile, trincee drenanti, pozzi perdenti. Altri consentono l’accumulo, come le vasche o i bacini di laminazione con fondo impermeabile, i serbatoi interrati o fuori terra.

Quanto sono diffusi questi sistemi in Italia?
È più semplice che siano adottati sul nuovo. Intervenire sul costruito è complicato, ma si può fare. Per esempio nell’ambito del progetto Life Beware, “Acqua, resilienza, territorio”, il Comune di Santorso, in provincia di Vicenza, ha approvato modifiche al regolamento edilizio che vanno in questa direzione. Il beneficio per la collettività c’è soltanto se i dispositivi di drenaggio sostenibile vengono adottati in modo diffuso, con la collaborazione di tutti.

 

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