Lo scorso sabato pomeriggio stavano praticando l’urbex (neologismo inglese che indica l’attività di avventurarsi in strutture abbandonate) quando hanno fatto una scoperta da film horror. Davanti agli occhi dei tre ragazzi introdottosi in una villetta a Monte Ricco, zona collinare al confine tra il Comune di Verona e quello di Negrar, c’erano i corpi di due persone mummificate.
Dopo aver allertato la questura, sul posto sono arrivati gli specialisti della Scientifica con il medico legale. Entrambi i cadaveri sono stati identificati: uno era quello di Marco Steffenoni, 75enne medico odontoiatra, l’altro quello della moglie Maria Teresa Nizzola, di un anno più grande. I due facevano una vita molto ritirata e nessuno si è accorto del loro decesso, che potrebbe essere avvenuto tra ottobre e novembre dello scorso anno, ma sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte. Una delle ipotesi è che i due coniugi siano rimasti uccisi dal monossido di carbonio sprigionato da un camino acceso per riscaldarsi.
Una storia simile a quella di Gene Hackman
La vicenda ricorda il caso relativo al ritrovamento dei cadaveri dell’attore hollywoodiano Gene Hackman e della moglie Betsy Arakawa nella loro villa di Santa Fe, in California. Lui, in tuta e pantofole, era steso per terra, accanto ai suoi occhiali da sole e a un bastone, la moglie era in un bagno, riversa sul pavimento tra pillole cadute da una boccetta di medicinali. L’attore sarebbe deceduto per problemi cardiaci e per via dell’Alzheimer potrebbe non essere stato consapevole di quanto successo alla moglie, morta una settimana prima per una rara e spesso fatale malattia trasmessa dagli escrementi dei topi.
L’articolo La storia dei tre giovani che entrano in una villa che pensavano fosse abbandonata e dentro invece trovano marito e moglie morti da mesi proviene da Blitz quotidiano.