Arriva il primo via libera per il Ponte sullo Stretto, Salvini: “Se ne parla dagli antichi romani”. Ma pronta pioggia di ricorsi

Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina ha ricevuto l’approvazione ufficiale dal Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Una decisione storica, salutata con entusiasmo dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “È arrivata l’approvazione del progetto definitivo per l’avvio dei lavori del ponte sullo Stretto di Messina. Se ne parla dagli antichi romani”, ha commentato. Il Ministero ha sottolineato che l’ok è arrivato su “una articolata documentazione”, specificando come l’approvazione rappresenti “un passaggio decisivo per l’opera, che consacra il riavvio del progetto fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini. Mai nella lunga storia dell’opera si era arrivati ad una fase approvativa così avanzata”.

Non è mancata l’ironia da parte delle opposizioni: Azione ha replicato con un meme sui social, domandando polemicamente: “E non ti sei fatto una domanda?”. La discussione si è rapidamente accesa, con pareri contrastanti tra chi vede nell’infrastruttura una grande opportunità e chi invece teme gravi conseguenze ambientali e legali.

Opportunità economiche e critiche ambientali

Secondo il Ministero delle Infrastrutture, l’opera potrebbe generare “reali opportunità di rilancio socioeconomico per il Sud e per l’Italia intera”. Alessandro Morelli, sottosegretario con delega al Cipess, ha quantificato gli effetti positivi del progetto: “23,1 miliardi di euro di contributo al Pil nazionale, con 36.700 posti di lavoro stabili e 10,3 miliardi di entrate fiscali per lo Stato, già nella fase di cantiere del progetto”. A pieno regime, ha aggiunto, “il valore attuale netto economico sarà positivo per 1,8 miliardi di euro, grazie a minori tempi e costi di trasporto, maggiore efficienza logistica, incremento dei flussi turistici e riduzione delle emissioni inquinanti”.

Ma le associazioni ambientaliste rimangono sulle barricate. Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno presentato un nuovo reclamo all’Unione Europea: “L’impatto ambientale del ponte sullo Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera”. Secondo loro, le condizioni previste dalle norme comunitarie non sarebbero state rispettate. La richiesta formale è l’apertura di una procedura di infrazione.

Il fronte del no: ricorsi legali e presìdi territoriali

Contro il ponte si è espresso anche il comitato cittadino messinese Invece del ponte, attivo da mesi nel contestare l’opera: “Non c’è alcun via libera definitivo al ponte sullo Stretto. Al contrario di quanto affermano Salvini e i suoi megafoni locali, non si dà il via a nessun cantiere, né inizieranno i lavori”, si legge in una nota. Il comitato chiarisce inoltre: “Si tratta, piuttosto, dell’inizio di un percorso tutto in salita per chi ha trasformato un progetto fallimentare in una bandiera propagandistica. E soprattutto, si aprirà finalmente il fronte dei ricorsi legali, in tutte le sedi nazionali ed europee”.

Anche il Comitato Noponte Capo Peloro si è mobilitato, aprendo un presidio di resistenza a Torrefaro: “Si tratta di un annuncio che ci aspettavamo, per questo abbiamo aperto a Torrefaro casa Cariddi, un presidio di resistenza noponte”, dichiarano. E aggiungono: “Non crediamo affatto che l’approvazione del progetto del ponte sia definitiva. Basti pensare alle 68 osservazioni del comitato tecnico scientifico, alle 62 prescrizioni della commissione VIA/VAS e le precedenti prescrizioni del 2011, e soprattutto al capitolo ancora aperto del parere della commissione europea per la violazione della direttiva habitat”.

Il comitato conclude con fermezza: “Altro che partita finita, si apre soltanto una nuova fase della lotta contro il ponte che intendiamo condurre fino alla vittoria”.

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