Caso Emanuela Orlandi, la grafologa in commissione: “Le lettere mostrate dal fratello sono false”

È stata un’audizione che ha lasciato più di un commissario di stucco e che potrebbe smontare definitivamente l’intera cosiddetta pista di Londra, quella della grafologa forense Sara Cordella, stasera in Commissione d’inchiesta bicamerale sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi. Le lettere mostrate in tv da Pietro Orlandi e in particolare alla trasmissione Verissimo, sono “un falso”, ha detto senza esitazioni l’esperta. Una ‘sentenza’ quindi non solo sulla presunta lettera inviata nel 1993 al cardinale Ugo Poletti dall’arcivescovo di Canterbury George Carey, ma anche su altri documenti sempre afferenti la cosiddetta posta di Londra, emersa negli ultimi anni.

Le dichiarazioni della grafologa

Dichiarazioni, quelle della grafologa Cordella, che hanno fatto dire al presidente della Commissione, il senatore Andrea De Priamo, che verrà quanto prima audito in merito lo stesso Pietro Orlandi, mentre altri commissari hanno chiesto alla grafologa un suo parere, se non possa trattarsi di un depistaggio. Davanti alla Commissione di inchiesta, Cordella ha spiegato a livello preliminare che in grafologia “esistono due assiomi: uno è che la grafia è un prodotto unico, nessuna persona al mondo potrà scriverà in un modo uguale al mio. E il secondo è che anche nella mia scrittura, mai potrò creare una firma del tutto identica alla mia. Laddove abbiamo due firme sovrapponibili, abbiamo la certezza che una delle due è falsa”.

Una foto di Emanuela Orlandi
Caso Emanuela Orlandi, la grafologa in commissione: “Le lettere mostrate dal fratello sono false” (Fonte Ansa) – Blitz Quotidiano

È così che l’esperta è passata ad esaminare davanti alla Commissione i documenti emersi nell’ambito della pista di Londra, tra le più sostenute da Pietro Orlandi. “Il primo motivo di perplessità – ha detto sulla presunta lettera di mons. Carey al cardinale Ugo Poletti – era che il documento proposto era in fotocopia e delle fotocopie non possiamo mai dire se è un documento vero ma possiamo dire se è falso”. Cordella ha quindi spiegato di aver confrontato la firma con una ritrovata in rete del tutto “sovrapponibile”, “si tratta quindi di un falso effettuato con la tecnica del dropping”, una cosa “che potrebbe fare anche un quattordicenne”. Cordella ha aggiunto di aver ritrovato nel web la matrice. Non solo, ha smontato anche i successivi due documenti mostrati da Pietro Orlandi a Verissimo: “Anche qui siamo di fronte a banalissimi casi di dropping”.

I due casi sono la presunta lettera di Ugo Poletti a sir Frank Cooper poichè la firma di Poletti è del tutto sovrapponibile a un documento dell’82 reperibile online, e l’altro, sempre una missiva, questa volta a presunta firma del cardinale Camillo Ruini. Cordella ha definito “un falso” anche il documento cosiddetto “lista delle spese” cioè con le presunte spese per il mantenimento di Emanuela a Londra, “di fatto è un’anonimo perché non è riconducibile a nessuno”.

L’articolo Caso Emanuela Orlandi, la grafologa in commissione: “Le lettere mostrate dal fratello sono false” proviene da Blitz quotidiano.