Una giovane vita spezzata e un giallo ancora tutto da chiarire. Simona Cinà, 20 anni, pallavolista palermitana, è stata trovata morta sabato scorso nella piscina di una villa a Bagheria, affittata per la festa di laurea di due amici. Una morte improvvisa che ha lasciato sgomenta la famiglia e ha aperto una delicata indagine della Procura di Termini Imerese.
Simona non soffriva di alcuna patologia. Era un’atleta agonista, sottoposta a frequenti controlli medici. Quel sabato era uscita con amici per partecipare alla festa, condividendo sui social video del viaggio in auto. Intorno all’una di notte aveva scritto alla madre: stava per fare un bagno in piscina e avrebbe spento il cellulare.
Alle 4.50, non vedendola rientrare, la madre ha provato a contattarla. A rispondere è stato un ragazzo: Simona stava male, dovevano accorrere subito. Ma all’arrivo della famiglia, la giovane era già morta, distesa fuori dall’acqua in bikini, con segni sul petto dovuti a un tentativo di massaggio cardiaco.
I carabinieri erano già presenti, raccoglievano testimonianze. Ma per i familiari restano domande senza risposta: “Perché nessuno ci ha avvertiti? Perché nessuno si è accorto che Simona non stava bene? Chi l’ha trovata e come?”.
Due ricostruzioni, una sola verità da cercare
Nelle ore successive, i legali della famiglia hanno sollevato perplessità su elementi ritenuti poco chiari. Ad esempio, alla villa, all’alba, non erano visibili bottiglie né bicchieri, nonostante nei video della festa si vedano cocktail e brindisi. “Qualcuno ha ripulito la scena?”, si chiedono i parenti. “Nessuno ci risponde – dicono – proviamo invano a scrivere a chi era al party”.
La Procura ha risposto con una nota ufficiale per smentire parte delle ricostruzioni circolate, ribadendo la serietà e l’accuratezza delle indagini in corso. Ad esempio, si puntualizza che i bicchieri non sono spariti e che i vestiti di Simona sono stati regolarmente sequestrati. Inoltre, il corpo sarebbe stato avvistato da alcuni ragazzi verso le 4 del mattino, riverso sul fondo della piscina, in un angolo scarsamente illuminato e distante dal cuore della festa, dove si trovavano bar, musica e bagni.
Non solo: secondo i magistrati, Simona era a faccia in giù, a differenza di quanto riferito alla famiglia. Gli inquirenti confermano che il medico legale è stato prontamente allertato, ma l’ispezione cadaverica non ha chiarito le cause della morte. Per questo motivo è stata disposta un’autopsia, in programma giovedì a Palermo, con l’ipotesi di omicidio colposo ancora aperta.
Accuse, smentite e una famiglia in cerca di risposte
I pm hanno anche respinto le accuse di scarsa collaborazione da parte dei partecipanti alla festa, sottolineando che molti giovani hanno risposto alle domande e tentato di soccorrere Simona. Una versione contestata dai legali della famiglia, secondo cui “la musica era ancora alta e nessuno stava ripulendo nulla”, smentendo che il giardino si fosse svuotato o che l’atmosfera fosse già tranquilla al momento della tragedia.
Il giallo degli alcolici resta centrale. I magistrati affermano: “È falso che nel giardino e lungo i bordi della piscina, come detto dagli avvocati, non ce ne fosse traccia”, specificando che la presenza di bicchieri e bottiglie è stata documentata fotograficamente. Ma i legali, a loro volta, mostrano immagini che ritraggono un bordo piscina sorprendentemente pulito, come se fosse stato già sistemato.
In questo intricato intreccio di dichiarazioni e smentite, i genitori di Simona mantengono una posizione ferma ma misurata: “Coi pm siamo dalla stessa parte, la parte della verità”. Non cercano colpevoli a tutti i costi, ma vogliono capire. E oggi, saranno ascoltati dai carabinieri, nel tentativo di fare luce su una notte che ha cambiato per sempre la loro vita.
L’articolo Come è morta Simona Cinà? I vestiti, l’alcol e la posizione del corpo: tutte le discrepanze proviene da Blitz quotidiano.