Delitto di Garlasco, le nuove indagini: dalle 3 persone in via Pascoli al sangue nell’impronta sul muro

A quasi diciassette anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, il caso si riapre con nuove rivelazioni e nuove piste investigative. Secondo quanto riferito dall’avvocata Giada Boccellari, legale di Alberto Stasi, condannato in via definitiva, nella villetta di via Pascoli quel giorno non ci sarebbe stato solo Andrea Sempio, ma almeno altre due persone. Il nuovo filone d’indagine, guidato dal procuratore di Pavia Fabio Napoleone, si concentra in particolare sull’impronta numero 33, trovata sul muro della casa: un segno “molto carico di materiale biologico”, che potrebbe essere sangue o sudore misto a sangue. Il movente del delitto, però, sarà chiaro solo dopo aver identificato con certezza chi si trovava sulla scena del crimine.

Allo stato attuale, sembrano allontanarsi le ipotesi più estreme, come quelle legate al satanismo o alla Madonna della Bozzola. L’indagine si sta invece focalizzando sull’analisi scientifica dei reperti, già oggetto di verifiche nel 2007. Il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha ordinato un nuovo incidente probatorio per il 17 giugno, nel quale verranno rivalutati i materiali biologici alla luce delle nuove tecnologie disponibili.

DNA, impronte e reperti: la chiave per una nuova verità

Saranno analizzate 35 delle 60 impronte digitali raccolte sulla scena del delitto, con particolare attenzione a quelle compatibili con soggetti vicini ad Andrea Sempio. Il DNA dello stesso Sempio era stato ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi, un dettaglio ora al centro dell’inchiesta. Oltre a lui, saranno analizzati i profili genetici di diversi soggetti: amici di Chiara, amici di Stasi, carabinieri e soccorritori intervenuti quel giorno. La genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani condurranno gli esami in contraddittorio tra le parti.

Tuttavia, alcuni reperti chiave potrebbero non essere più disponibili. È il caso dell’intonaco del muro da cui è stata rilevata l’impronta 33, oggi introvabile, così come la provetta contenente la soluzione in cui era stata disciolta la polvere per i test del 2007. Si cercheranno tracce di DNA anche in oggetti come un cucchiaino trovato sul divano, il sacchetto della spazzatura e una porzione del tappetino del bagno macchiato di sangue. Tutti elementi che potrebbero contribuire a ricostruire una nuova dinamica del delitto, considerando anche l’ipotesi della procura: un omicidio in concorso.

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Delitto di Garlasco, le nuove indagini: dalle 3 persone in via Pascoli al sangue nell’impronta sul muro (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Misteri irrisolti, messaggi nascosti e l’ombra dell’auto nera

Le dichiarazioni dell’avvocata Boccellari al Corriere della Sera aggiungono ulteriori spunti: “Già nel 2007 il nostro consulente disse che c’erano due persone. (…) Per quello che sappiamo fino ad ora l’azione omicidiaria avviene in tre fasi e, almeno nelle prime, non si può escludere la presenza di altri soggetti”. Stasi, nel frattempo, vive “in una sorta di bolla di sapone” e viene informato solo in via generale sulle evoluzioni del caso.

Un elemento enigmatico riemerge dal passato: un post su Facebook di Michele Bertani, amico di Sempio, pubblicato poco dopo la condanna definitiva di Stasi. Il messaggio, contenente una strofa dei Club Dogo, secondo il settimanale Gente nascondeva un messaggio cifrato: “C’era una ragazza lì che sapeva”. Bertani, che all’epoca guidava una Golf nera, aveva scelto come nickname “Mem He Shin”, un riferimento cabalistico al Quinto Nome di Dio. La sua vettura è simile a quella vista da un testimone vicino a casa Poggi il giorno del delitto.

Il testimone Marco Muschitta parlò di “un’auto scura” parcheggiata vicino alla villetta. Sebbene avesse poi ritrattato, per anni si è erroneamente pensato a un SUV. Ora, però, l’attenzione si sposta su quella misteriosa Golf, fotografata anche da Bertani. Tutti indizi che potrebbero riscrivere radicalmente la storia di uno dei casi giudiziari più discussi d’Italia.

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