Questa mattina, mercoledì 14 maggio, all’alba, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno effettuato una serie di perquisizioni in diverse abitazioni nell’ambito delle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. Le operazioni, ordinate dalla procura di Pavia, sono coordinate dal procuratore Fabio Napoleone, dall’aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano.
Il fulcro dell’attenzione è Andrea Sempio, 37 anni, residente a Voghera, amico del fratello della vittima e già menzionato in passato nelle indagini. Le perquisizioni si sono concentrate non solo nella sua abitazione, ma anche in quella dei suoi genitori, situata proprio a Garlasco, e in quelle di due suoi amici. Questi ultimi erano in contatto con lui la mattina del delitto e frequentavano l’abitazione di via Pascoli. Durante l’operazione sono stati sequestrati cellulari, computer e altro materiale ritenuto utile per le indagini.
In parallelo, è stata avviata una perquisizione in un’area campestre a Tromello, nei pressi di un canale che i vigili del fuoco stanno svuotando. L’ipotesi è che possa trovarsi lì la possibile arma del delitto. In passato si era parlato di un attizzatoio, ma la famiglia Poggi ha chiarito che tutti gli attrezzi del camino risultano ancora presenti. Tuttavia, mancherebbe un martello: un oggetto compatibile con le lesioni riscontrate sul corpo di Chiara.
Le nuove piste e l’ombra del dubbio
L’inchiesta sta assumendo contorni sempre più significativi, mettendo in discussione l’intera ricostruzione che portò nel 2015 alla condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, ora in semilibertà dopo dieci anni di carcere. A far riaprire il caso è stata una nuova istanza dei legali di Stasi, che da tempo sostengono l’esistenza di incongruenze e sottovalutazioni nelle prime indagini.
Nel 2017, il tentativo di riaprire il caso fu respinto, nonostante la presenza di materiale genetico di Sempio sotto le unghie della vittima. Oggi, però, la procura di Pavia, sotto nuova reggenza, ha deciso di riconsiderare quelle prove. Secondo i nuovi inquirenti, alcune valutazioni dei magistrati dell’epoca potrebbero essere state errate.
In questa direzione si inserisce anche il prossimo incidente probatorio, previsto per venerdì 16 maggio a Pavia, incentrato sul DNA ritrovato. Intanto, la madre di Sempio, convocata nelle scorse settimane dai carabinieri, si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, interrotto da un lieve malore. La donna avrebbe fornito un alibi per il figlio, collegato anche al famoso biglietto del parcheggio di Vigevano, conservato per un anno e consegnato solo nel 2008.

Due verità a confronto
Le perquisizioni di mercoledì rappresentano un passo avanti importante nelle nuove indagini. Gli inquirenti sembrano convinti di essere vicini a una possibile svolta. Andrea Sempio, difeso dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, continua a proclamarsi innocente. I suoi legali, in un comunicato, hanno dichiarato: “Andrea è sereno come sempre”. Tuttavia, fonti investigative parlano di nuovi indizi raccolti negli ultimi mesi, anche se il contenuto di tali elementi resta sotto il più stretto riserbo.
Non tutti, però, condividono questo nuovo orientamento investigativo. La famiglia Poggi e i suoi legali, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagno, hanno espresso forte contrarietà. A loro avviso non esistono elementi validi per una ricostruzione alternativa: per loro il colpevole resta Alberto Stasi, condannato “oltre ogni ragionevole dubbio”. Le nuove indagini vengono da loro considerate una “gogna mediatica e giudiziaria” nei confronti di Sempio. “La famiglia Poggi è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo. Si ignorano le sentenze”, hanno dichiarato i legali della famiglia.
L’articolo Garlasco, il caso dell’arma del delitto 18 anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi proviene da Blitz quotidiano.