Roma, 11 maggio 2025 – Sete e fame uccidono anche in mezzo al Mediterraneo, a 60 miglia dalle coste di Lampedusa, paradiso sui generis e comunque solo per chi ci arriva. Prima di mettere piede nell’hot spot di Contrada Imbriacola (sempre gonfio fin quasi a scoppiare), stavolta muoiono in quattro: due sono bambini di due-tre anni; della terza vittima non c’è il corpo (disperso in mare), mentre la quarta è un trentenne deceduto tra le braccia dei soccorritori che non riescono a rianimarlo.
L’operazione di sabato in area Sar maltese recupera 57 migranti provenienti da Gambia, Ghana, Nigeria, Niger, Sierra Leone e Togo, ma riporta a terra anche un insopportabile dolore. E lo strazio collettivo per i due piccoli – morti un giorno prima dei soccorsi al gommone alla deriva – si propaga nell’universo di volontari e ong. Ora i due corpi saranno sottoposti a ispezione cadaverica su disposizione della procura di Agrigento.
Il racconto dei soccorritori: “Questa vicenda tocca tutti”
“Quando abbiamo iniziato il salvataggio, ci sono stati consegnati due corpi senza vita di 2-3 anni”, è la scena raccontata da Rania, paramedico a bordo della Nadir, la motonave di pronto intervento dell’ong tedesca Resqship. Per tutti i superstiti, condizioni critiche. Per alcuni, “anche ustioni estese a causa della miscela tossica di acqua salata e carburante”, riferisce Hannah, medico di bordo.
A quel punto i bambini deceduti, le rispettivi madri e gli ustionati (soprattutto donne) vengono prelevati in corsa dalla guardia costiera e portati al poliambulatorio isolano. “Questa vicenda tocca tutti”, sottolinea Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa responsabile dell’hot spot: 500 i morti nel Mediterraneo nel 2025 (32mila le vittime dal 2014). Tanti i giovanissimi.
“L’Europa sta abbandonando gli indifesi”
“Questa tragedia avrebbe potuto essere evitata – accusa l’ong Resqship –. Invece di coordinare il sostegno e facilitare passaggi sicuri, l’Europa sta abbandonando persone indifese, con conseguenze mortali. I bambini che muoiono di sete sono un fallimento politico imperdonabile”. Tra i salvati ci sono ci sono 13 donne e due minori: 1.500 euro a testa il costo del passaggio per l’Europa. Nell’hot spot di Contrada Imbriacola si trovano anche i genitori dei due piccoli deceduti: sono sotto choc e vengono assistiti dalla Croce Rossa, al pari degli altri 305 migranti presenti nel centro, dopo la partenza di 166 per Porto Empedocle. Una misura inevitabile dopo 24 ore di sbarchi per un totale di 236 migranti salvati (oltre ai 57 soccorsi dalla Nadir).
Il bilancio di Frontex
Protagoniste degli altri salvataggi le motovedette Cp312 e Cp319 della guardia costiera e una imbarcazione di Frontex. Anche in questi casi, bolge a pelo d’acqua. Sul primo barcone (di soli 12 metri) si sbracciano 82 afghani, bengalesi, egiziani, eritrei e sudanesi; sul secondo, invocano aiuto 49 egiziani, eritrei, etiopi e sudanesi (con 5 donne e 1 minore); sul terzo, navigano in condizione estreme 105 egiziani, eritrei, etiopi, somali e sudanesi (16 le donne e 9 i minori).
Per tutti – partiti da Sabratha e da Zawiya in Libia – un costo del biglietto tra 2.500 e 5 mila dollari a testa. “Non è più il momento degli alibi”, intima Save the Children Italia rinnovando l’appello “per l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso e per l’apertura di canali regolari e sicuri per raggiungere l’Europa”.