Le voci dal palazzo, Renzi: “Referendum? Meloni è in difficoltà, e noi attacchiamo i vecchi governi”. Conte: “Non fate come La Russa, votate”. Lollobrigida: “Una questione di sinistra”

Nel palazzaccio della politica si litiga sul referendum e sull’inviato al non voto del presidente del Senato, Ignazio La Russa. “I referendum – dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi – vogliono abrogare norme dei governi Renzi, Gentiloni e Conte, non solo Renzi. È un paradosso: la Meloni mostra le prime difficoltà e noi attacchiamo i vecchi governi?” Dall’altra parte del fronte, Giuseppe Conte: “Sui referendum noi abbiamo il nostro hashtag: Non fate come la Russa. Io voto. La partecipazione è fondamentale”. “Questi referendum – ironizza il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida – mi sembrano più una questione di sinistra che per il Paese. Pensi al quesito sul Jobs act, partorito dal Pd e poi rinnegato da una parte dello stesso partito che ora vuole abolirlo. A dirla tutta a me sembra più un congresso interno al Pd che un referendum”.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Prenderò tutte e cinque le schede, ma l’unico sì sarà per il quesito sulla cittadinanza”. (Carlo Calenda, Il Corriere della Sera)

“I referendum vogliono abrogare norme dei governi Renzi, Gentiloni e Conte, non solo Renzi. È un paradosso: la Meloni mostra le prime difficoltà e noi attacchiamo i vecchi governi?” (Matteo Renzi, La Stampa)

“Fa paura, in Italia, vedere quanto possa dare fastidio un invito a votare”. (Barbara Floridia, Movimento 5 Stelle)

“La Rai è servizio pubblico. La paghiamo tutti. Tutti i cittadini hanno il diritto di essere informati correttamente e il servizio pubblico radiotelevisivo ha il dovere di informare correttamente. Eppure sui referendum dell’8 e 9 giugno: silenzio totale. Niente informazione, niente approfondimenti. TeleMeloni ha spento il servizio pubblico”. (Sandro Ruotolo, Partito Democratico)

“Solidarietà a Geppi Cucciari per gli insulti ricevuti sui social dopo il suo monologo ad Amici”. (Riccardo Magi, +Europa)

“Questi referendum mi sembrano più una questione di sinistra che per il Paese. Pensi al quesito sul Jobs act, partorito dal Pd e poi rinnegato da una parte dello stesso partito che ora vuole abolirlo. A dirla tutta a me sembra più un congresso interno al Pd che un referendum”. (Francesco Lollobrigida, Il Messaggero)

“La linea del Pd è di pieno appoggio a tutti e cinque i quesiti. Chi nasce o cresce in Italia è italiano: mentre aspettiamo di riuscire ad approvare una legge compiuta, votiamo sì per correggere una norma ingiusta. E, sul lavoro, è importante votare sì per contrastare la precarietà e aumentare la sicurezza”. (Elly Schlein, La Stampa)

“Sui referendum noi abbiamo il nostro hashtag: Non fate come la Russa. Io voto. La partecipazione è fondamentale”. (Giuseppe Conte)

“Le parole di Ignazio La Russa, che dice di voler fare propaganda per l’astensione ai referendum, sono ignobili. La Russa è il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato”. (Alessandro Zan, Partito Democratico)

“Abbiamo il sesto motivo per andare a votare al referendum: le dichiarazioni di La Russa”. (Nicola Zingaretti, Partito Democratico)

“Il voto è un dovere civico, lo stabilisce l’articolo 48 della Costituzione, e la seconda carica dello Stato ha l’obbligo di rispettarne e osservarne i principi. Se il camerata La Russa intende fare campagna per il non voto, allora si dimetta dalla carica di presidente del Senato”. (Angelo Bonelli, Alleanza Verdi e Sinistra)

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