Lupi, sul territorio italiano ce ne sono circa 3.300

lupo

Negli ultimi tre anni, la maggiore crescita è stata registrata sull’arco alpino. Concluso il primo monitoraggio nazionale della specie coordinato da Ispra, svolto tra ottobre 2020 e aprile 2021

Sul territorio italiano risiedono circa 3300 lupi. La stima deriva dal primo monitoraggio nazionale coordinato da Ispra, e svolto tra ottobre 2020 e aprile 2021 con la partecipazione di una vasta rete di esperti e volontari. Poco meno di un migliaio di individui si muove nelle regioni alpine, mentre sono quasi 2.400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola.

La popolazione di lupo in Italia è suddivisa in due componentiquella alpina e quella appenninica o meglio peninsulare, considerate due entità gestionali separate secondo le linee guida approvate nel 2008 dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea e dal Comitato Permanente della Convenzione di Berna (Linnell et al. 2008). In realtà, le due componenti condividono lo stesso pool genetico all’Aspromonte alle Alpi, ma il flusso genico tra i due nuclei è limitato; inoltre ci sono differenze del contesto ecologico-gestionale tra la penisola e le Alpi, dove la la popolazione è condivisa anche con altri Paesi (Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia), e la sua conservazione richiede una collaborazione internazionale.

“Finora le informazioni sul lupo erano state raccolte in modo frammentato, è la prima volta che si stima la distribuzione e la consistenza di questa specie su tutta Italia, basandosi su un disegno di campionamento scientificamente robusto, e con una raccolta dati simultanea” afferma Piero Genovesi, responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica di ISPRA. In tutto, sono stimati 3.307 (tra 2.945 e 3.608) lupi sull’intero territorio della penisola.

Se si vuole confrontare il numero di unità riproduttive di lupo con gli anni passati, però, si deve considerare unicamente l’arco alpino, dove è stato svolto un monitoraggio continuo della specie dal 1999. Nell’ultima valutazione, effettuata nel monitoraggio 2017/2018 erano state documentate un totale di 51 unità riproduttive, arrivate a 103 nel 2020/2021. Negli ultimi tre anni, è stata registrata la crescita maggiore: la popolazione è quasi raddoppiata e ad oggi ospita circa 102 branchi e un totale di 124 unità riproduttive.

Il monitoraggio

L’Italia è stata suddivisa in celle 10 x 10 km e ne sono state selezionate 1000 (nelle Alpi il 100%) entro cui sono stati tracciati transetti per segnalare la presenza del lupo. Nella campagna di campionamento sono stati percorsi a piedi 85.000 km e sono stati raccolti circa 25.000 segni di presenza della specie: 6520 avvistamenti fotografici da fototrappola, 491 carcasse di ungulato predate dal lupo, 1310 tracce di lupo, 171 lupi morti. Su 1500 escrementi, dei 16.000 registrati, sono state condotte analisi genetiche per identificare la specie presente. Una rete di 3000 persone, opportunamente formate e appartenenti a 20 Parchi nazionali e regionali, 19 regioni e province autonome, 10 università e musei, 5 associazioni nazionali (Aigae, Cai, Legambiente, Lipu, Wwf Italia), 34 associazioni locali, 504 reparti del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari (CUFAA) dell’Arma dei Carabinieri, che ha avuto un ruolo fondamentale nelle attività di raccolta dei segni di presenza, rese ancora più complessa dalla pandemia di Covid – 19. La rete di operatori è stata coordinata nelle regioni alpine dal Centro referenza grandi carnivori del Piemonte e dall’Università di Torino (DBIOS) nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU e nelle regioni dell’Italia peninsulare da 20 tecnici incaricati da Federparchi Europarc Italia (la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali).

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