IN VIAGGIO VERSO L’ISTITUTO MOSSO, PERCHE’ E’ COSI’ IMPORTANTE – Dopo il sorvolo in elicottero e l’escursione lungo il sentiero glaciologico del Lys, prendiamo gli impianti di risalita per visitare l’Istituto di ricerca Angelo Mosso (2901 m s.l.m.), fondato nel 1907 da Angelo Mosso, professore di fisiologia umana all’Università di Torino. L’istituto nacque come punto di appoggio per la Capanna Regina Margherita a quota 4554m a circa di 8 ore di cammino ed è stato un luogo di grande interesse scientifico. Qui infatti sono stati condotti i primi studi scientifici sull’ambiente d’alta montagna sia dal punto di vista delle caratteristiche dell’atmosfera (composione chimica) sia dal punto di vista meteorologico. Particolarmente all’avanguardia fu anche lo studio della fisiologia dell’uomo alle alte quote. Nel corso degli anni, l’Istituto ha poi dato sostegno a scienziati e studiosi di tutto il mondo, che hanno potuto soggiornarvi anche per lunghi periodi, svolgendo le loro attività di ricerca in diversi campi. La longevità delle ricerche e della serie storica di dati è molto preziosa per rilevare i cambiamenti negli ecosistemi di alta montagna: la ricerca a lungo termine è obbligatoria, poiché queste aree sono importanti sentinelle dei cambiamenti climatici.
UN POLO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE – Attualmente, l’Istituto comprende strumenti di monitoraggio permanenti, dove vengono costantemente monitorate diverse variabili come la durata della copertura nevosa, la composizione e la fenologia della vegetazione, la temperatura del suolo, il contenuto idrico e chimico del suolo. Inoltre, vengono misurate e analizzate le caratteristiche chimiche dell’acqua piovana e delle nevicate. Sono peraltro in corso ricerche per indagare le caratteristiche idrochimiche di stagni e corsi d’acqua alimentati da diversi elementi criosferici come rock glacier, ghiacciai e permafrost, con particolare attenzione ai principali processi di weathering (alterazione, dilavamento) associati. Ventono altresì svolte indagini sul paleoclima attraverso le informazioni ricavabili dall’analisi dei suoi e dei paleosuoli rinvenuti nell’area (alcuni risalenti ad diverse migliaia di anni fa). Nuove linee di ricerca, volte a indagare le più recenti sfide ambientali, si sono aggiunte alle precedenti. Sono in corso indagini sulle fonti e sui percorsi delle specie di azoto atmosferico, sulla biodiversità poco conosciuta ospitata nelle acque di fusione glaciale e sul contenuto di microplastiche nella neve, ampliando così ulteriormente la gamma di processi ambientali studiati in questo sito di alta quota.
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