Movida selvaggia a Trastevere, sui muri minacce contro residenti e Forze dell’Ordine: “Non parlate con la polizia”

“Don’t talk with cops” (Non parlate con la polizia): questa la minaccia scritta su un muro di un complesso residenziale di Trastevere, in prossimità della scalinata di via Luigi Masi, tra Piazza San Cosimato e Piazza di San Egidio. Un avvertimento peraltro scritto in un inglese errato (la formula giusta sarebbe: “Don’t talk to cops”), ma questo è solo un dettaglio per chi non ha più diritto al sonno e auspica disperatamente di avere delle risposte dal Comune di Roma, per dare un freno alla movida selvaggia, sempre più fuori controllo.

Ogni venerdì e sabato notte, migliaia di ragazzi si radunano in questa parte del rione, consumando superalcolici, ascoltando musica fino alle quattro di notte, facendo uso di stupefacenti, al punto che per alcuni residenti è impossibile anche tenere aperte le finestre. Circola voce infatti tra i più giovani che questo sia il nuovo luogo “sicuro” per essere al riparo dai controlli delle Forze dell’Ordine, che sopraggiungono il loco a fronte delle numerose chiamate ricevute. Di qui la minaccia da parte dei vandali di non parlare con carabinieri e polizia, cui si aggiungono altre intimidazioni come “fuoco alle volanti”.

Sebbene la scritta minacciosa sia stata rimossa la scorsa settimana dal muro antistante il muretto dove avvengono i raduni, lo scorso weekend è stata di nuovo ricalcata, probabilmente dagli stessi autori della precedente, che si firmano come “420 vandals“, svelando di fatto una loro possibile identità. Il termine “420” si riferisce al consumo di cannabis, in particolare alla pratica di fumare o consumare cannabis intorno alle 4:20 della notte. Era quella l’ora in cui, negli anni Settanta, un gruppo di studenti di una scuola superiore californiana, la San Rafael High School, si dava regolarmente appuntamento, al termine della scuola, per fumare erba in compagnia. Insomma, se volevano farsi notare dalla polizia, sono indirettamente riusciti nell’intento di farlo, anche grazie all’altra scritta che compare sul muro: “1312”, una rappresentazione numerica dell’acronimo ACAB, che sta per “All Cops Are Bastards” (tutti i poliziotti sono bastardi).

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Foto: Blitz Quotidiano
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