Le immagini delle telecamere e le testimonianze dei fermati hanno dato il via a un’inchiesta che sta scuotendo la questura di Verona. Secondo quanto ricostruito dalla procura, nell’agosto e nel novembre del 2022, due persone in stato di fermo sarebbero state vittime di violenze fisiche all’interno degli uffici della squadra volanti. I fermati, un tossicodipendente con precedenti e un cittadino marocchino, sarebbero stati picchiati, insultati e in un caso anche sottoposti a spray al peperoncino senza successiva decontaminazione.
Nel caso del marocchino, secondo l’accusa, l’uomo sarebbe stato trascinato fuori dalla sala Acquario, picchiato e successivamente colpito da uno schiaffo che lo avrebbe fatto svenire per alcuni minuti. In un altro episodio sarebbe stato preso a calci e sberle, per poi ricevere una spruzzata di spray urticante che lo avrebbe fatto sbattere violentemente contro una panca in cemento. Nonostante le sue richieste d’aiuto, l’uomo sarebbe stato trattenuto per oltre un’ora senza alcun soccorso. Entrambi hanno riportato lesioni evidenti, tra cui ematomi al volto.
Peculato, omissioni e violazioni durante le perquisizioni
Le accuse a carico dei 16 agenti indagati non si fermano alle violenze. Alcuni di loro sono sospettati anche di peculato e omissione di atti d’ufficio. Tra i comportamenti contestati figura l’interruzione sospetta di una perquisizione domiciliare. L’indagine doveva portare alla ricerca di armi da fuoco nell’abitazione di un conoscente degli agenti. Tuttavia, nonostante nel veicolo dell’uomo fossero stati trovati diversi cacciaviti e un cutter, potenzialmente utilizzati per minacciare l’ex compagna, non sarebbe stata formalizzata alcuna denuncia.
In un altro episodio, uno degli indagati avrebbe sottratto 40 euro e due pacchetti di sigarette dal borsello di una donna portata in questura per accertamenti. Azioni che secondo gli inquirenti dimostrerebbero un abuso sistematico e una cultura di impunità interna.

Le indagini, i rinvii a giudizio e le prossime udienze
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Carlo Boranga e Chiara Bisso, è durata quasi tre anni, dal 2022 al 2025. Grazie alle denunce di alcune delle persone fermate e alle intercettazioni ambientali tra gli agenti, la procura ha potuto ricostruire una serie di episodi preoccupanti. Fondamentali per l’accusa anche le immagini registrate dalla telecamera interna alla sala Acquario.
Dei 28 iniziali indagati, 16 dovranno affrontare l’udienza preliminare fissata per il 22 settembre davanti alla giudice Arianna Busato. Due ex agenti, Alessandro Migliore e Loris Colpini, sono stati rinviati a giudizio con rito immediato, mentre per altri due si è proceduto con patteggiamenti e per otto è stata disposta l’archiviazione. L’inchiesta rappresenta uno dei più gravi casi giudiziari recenti all’interno delle forze dell’ordine italiane.
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