Piantedosi oggi recita il de profundis dei due centri in Albania, costati quasi un miliardo di euro agli italiani. Di fatto certifica in maniera definitiva il completo fallimento del modello Albania e si arrampica sugli specchi, pontificando su riconversioni e riutilizzi. Lui e Giorgia Meloni dovrebbero fare invece solo una cosa: fermarsi e chiedere scusa per aver sperperato così tante risorse pubbliche in un protocollo disumano, che calpesta i diritti fondamentali e che è fallito prima ancora di cominciare. Giorgia Meloni ci avrà passato anche ogni notte come ha promesso, ma i centri non funzioneranno. Ora verranno a raccontarci che serviranno comunque per mandarci persone che sono già in Italia ma colpite da provvedimento di rimpatrio.
Ad affermarlo in una nota è la segretaria del Pd Elly Schlein. “La normativa europea vigente non consente di delocalizzare un centro di rimpatri in un Paese terzo. Inoltre, il protocollo prevede che solo una piccola parte dei centri albanesi possa essere utilizzato come CPR, quindi per convertirli bisognerebbe comunque rivedere il protocollo con l’Albania e la legge. Dire che questa conversione non avrebbe costi maggiori è ridicolo. In ogni caso uno dei due centri, a Shengjin, non è attrezzato per alloggi e quindi sarebbe già da buttare”, aggiunge.
“Per Meloni e Piantedosi l’obiettivo dei centri in Albania doveva essere l’effetto ‘deterrente’ sulle partenze, perché le persone non sarebbero arrivate in Italia: ora ci spiegano che ci manderanno solo persone che sono già in Italia. Non resteremo a guardare mentre calpestano diritti umani e gettano via altri soldi per coprire il loro fallimento, mentre il loro governo taglia su sanità e sicurezza”, conclude.