Madrid – Barrio de Salamanca febbricitante martedì sera – 4 novembre – per il ritorno a Madrid dei Radiohead, in scena nel ventre palpitante della Movistar Arena col primo dei quattro show che li terranno in città fino a sabato. Tappa successiva, Bologna, dove li attende l’Unipol Arena dal 14 al 18 novembre. A seguire Londra, Copenaghen e Berlino. Cinque città, venti concerti. Tutti sold-out in un amen due mesi fa, nonostante le cervellotiche modalità d’acquisto adottate dalla band per depotenziare (eliminare sarebbe pura utopia) il secondary ticketing.

Nella capitale iberica diversi quelli rimasti senza biglietto che già dal pomeriggio presidiavano il viavai dell’Avenida de Felipe II con cartelli imploranti un ingresso da pagare con efectivo sonante. Dentro, nel cuore palpitante del Palacio de Deportes rinato dalle sue ceneri dopo il tremendo incendio del 2001, sedicimila irriducibili stretti attorno al palco a pianta centrale circondato come una corona da 12 schermi verticali, su cui le luci si spengono piano piano fino a precipitarlo nella notte.
I Radiohead a Madrid, primo concerto dopo 7 anni: la canzone Karma Police
L’inizio dello show: Let Down e l’epopea di Ok Computer
Alle 20:30 l’ingresso di Thom Yorke & Co. dal fondo, fendendo due ali di folla e l’avvio con la spinta di “Let Down” per richiamare subito l’epopea di “Ok Computer”, album più citato della serata assieme a “Hail to the thief”. Tutti in ottima nonostante i sette anni passati dietro ad altri progetti e un audio saturo, che le restanti date madrilene sapranno però aggiustare consentendo a Yorke, Jonny Greenwood, Ed O’Brien alle chitarre, Colin Greenwood al basso e Phil Selway alla ritmica (raddoppiato dal vivo as usual da un secondo batterista-percussionista) di presentarsi a Bologna al meglio.

Animazioni grafiche e ombre colorate che fluttuano sulle superfici di led
Circondati dagli schermi, in “2+2=5”, “Sit down stand up” e quella “Bloom” che vede Tom tentare un ballo disarticolato, i Radiohead sono solo animazioni grafiche e ombre colorate dalle fattezze familiari che fluttuano sulle superfici di led come fantasmi. Poi da “Lucky” in avanti gli schermi iniziando ad alzarsi e abbassarsi smontando e rimontando quello che fino a quel momento era stato solo un cilindro dalle immagini e dalle colorazioni cangianti.

Che si tratti di “Ful Stop”, di “The Gloaming”, di una potente “Myxomatosis” o “di No Surprises” bastano due note per scatenare il popolo madrileno come un “ace” di Alcaraz, ma il finale dei tempi regolamentari affidato a quel glorioso frammento di “Kid A” che è “Idioteque” ha un’onda d’urto da gol del Real in finale di Champions. In mezzo “Videotape”, “Weird fishes”, “Everything in its right place”, “15 Step”, “The National Anthem”, “Daydreaming”, “A wolf at the door”, “Bodysnatchers”, per citarle proprio tutte.

Un concerto di 85 minuti poi i bis
Dal fischio d’inizio sono passati solo 85 minuti e lo show è già finito. Ma non si può interrompere un’emozione, così la band torna in scena con una mezz’ora abbondante di bis in bilico tra “Fake plastic trees” e “Subterranean homesick alien”, “Paranoid android” (boato) e “How to disappear completely”, “You and whose army”, “There there” fino all’apoteosi di “Karma Police”. “L’anno scorso ci siamo riuniti per provare, giusto per il gusto di farlo” ha detto Selway durante le prove, anticipando un repertorio di 65 brani da cui scegliere ogni sera i 25 da eseguire per rendere ogni spettacolo (un po’) diverso dall’altro.
“Dopo una pausa di sette anni, è stato davvero bello suonare di nuovo le canzoni e riconnetterci con un’identità musicale che è radicata profondamente dentro tutti e cinque. Ci ha anche fatto venire voglia di suonare qualche concerto insieme, quindi, speriamo che possiate essere presenti a una delle prossime date. Per ora, saranno solo queste, ma chissà dove ci porterà tutto questo”. Fra i sedicimila della Moviestar Arena solo poche centinaia i telefonini in azione, segno di un pubblico venuto innanzitutto per ascoltare. Un mezzo miracolo di questi tempi.
Radiohead in concerto, il ritorno dal vivo dopo 7 anni all’arena di Madrid
La scaletta del concerto

Let Down (Ok Computer)
2+2 = 5 (Hail to the Thief )
Sit Doiwn, Stand Up (Hail to the Thief )
Bloom (The King of Limbs)
Lucky (Ok Computer)
Ful Stop (A Moon Shaped Pool)
The Gloaming (Hail to the Thief)
Myxomatosis (Hail to the Thief)
No Surprises (Ok Computer)
Videotape (In Rainbows)
Weird Fishes / Arpeggi (In Rainbows )
Everything in Its Right Place (Kid A)
15 Step (In Rainbows)
The National Anthem (Kid A)
Daydreaming (A Moon Shaped Pool)
A Wolf at the Door (hail to the Thief)
Bodysnatchers (In Rainbows)
Idioteque (Kid A)
Radiohead in concerto, primo live dopo 7 anni: l’apertura dello show a Madrid
I bis
Fake Plastic Tree (Ok Computer)
Subterrean Homesick Alien (Ok Computer)
Paranoid Android (Ok Computer)
How to Disappear Completely (Kid A)
You and Whose Army? (Amnesiac)
There There (Hail to the Thief)
Karma Police (Ok Computer)