L’onorevole Maurizio Lupi, presidente dell’intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, è il primo firmatario della proposta di legge sull’introduzione dello sviluppo delle competenze non cognitive in ambito scolastico. Ai microfoni di “Orizzonte Scuola”, Lupi ha dichiarato che “ci ha mosso la convinzione che educazione e istruzione sono la priorità per un Paese, il primo investimento che la politica e la società devono fare se hanno a cuore la crescita umana dei giovani e la crescita economica del Paese, cioè lo sviluppo, con tutto quello che questa parola implica”.
Le competenze non cognitive “sono decisive sia per la formazione integrale della persona sia per il suo inserimento lavorativo e quindi per il contributo che da adulto darà alla costruzione del bene comune”. La previsione è quella di introdurre l’insegnamento delle competenze non cognitive nelle scuole già dal prossimo anno scolastico ed è previsto un percorso di formazione per i docenti: “Con questa proposta di legge quello che finora era lasciato al buon cuore degli insegnanti inizia ad essere un percorso formativo voluto, finanziato, sviluppato e migliorato dal ministero dell’Istruzione. Adesso è un progetto sperimentale della durata di un triennio, ma la speranza è che successivamente diventi un percorso definitivo”.
MAURIZIO LUPI: “L’ITALIA HA UNA DIGNITÀ CULTURALE DA SCOPRIRE E DA RILANCIARE”
Nel prosieguo del suo intervento a “Orizzonte Scuola”, Maurizio Lupi ha sottolineato che nell’educazione interagiscono due libertà, quella dell’educatore e quella dell’educando, ed è quindi sempre un fatto in divenire. La prima condizione perché si attui un processo educativo è che il ragazzo si trovi davanti “degli adulti, capaci di una proposta di lettura della realtà. La seconda, secondo me, è che questo avvenga in un ambiente favorevole”, anche se “l’ambiente non sostituisce mai la responsabilità personale, ma è importantissimo nel sollecitarla ed educarla, cioè nel farla emergere coscientemente”.
Lupi ha concluso ponendo in luce il fatto che l’orientamento è un processo che dovrebbe durare tutti e tre gli anni della scuola media inferiore e coinvolgere, oltre agli insegnanti e alle famiglie, soggetti esterni alla scuola, anche perché “la maggior parte degli abbandoni avviene nei primi due anni delle superiori, spesso per una scelta poco riflessa. L’Italia ha avuto una grande istruzione tecnica e professionale, il vero segreto del nostro boom, che ha una dignità culturale da riscoprire e da rilanciare”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA