Terremoto in Myanmar, morti e macerie. Due scosse di magnitudo 7.7 e 6.4. “Temiamo migliaia di vittime”

Roma, 29 marzo 2025 – “Qui sta crollando tutto, sembra ci sia un bombardamento”, dice in un video una persona in auto che vede un ponte sbriciolarsi. Il Myanmar è devastato dal terremoto: vittime, dispersi e sfollati non ancora quantificabili ma che potrebbero essere numerose migliaia; strade, ponti, dighe, templi, case private ed edifici pubblici distrutti con danni incalcolabili.

Il sisma che ha avuto ripercussioni in tutta l’Asia orientale è accaduto poco dopo mezzogiorno di ieri quando in Italia erano le 7,20 del mattino; ha sprigionato, secondo gli esperti, un’energia 300 volte superiore a quella di Amatrice (2016) e otto volte più potente di quella di Messina del 1908. La magnitudo è di 7.7 punti della Scala Richter e l’area colpita è assai vasta.

MYANMAR-THAILAND-QUAKE
People drive on a motorbike past a collapsed building in Mandalay on March 28, 2025, after an earthquake in central Myanmar. A powerful earthquake rocked central Myanmar on March 28, buckling roads in capital Naypyidaw, damaging buildings and forcing people to flee into the streets in neighbouring Thailand. (Photo by AFP)

Centinaia di vittime e dispersi

A seguire la prima scossa, rilevata dall’Istituto geosismico americano, ce ne sono state altre con una punta massima di 6,4. Tecnici e soccorritori temono una lunga scia con magnitudo di oltre 5 punti. L’epicentro è nell’ex Birmania, 16 chilometri a nord-ovest di Sagaing, nel centro del Paese – sull’altra sponda dell’Irrawaddy che la divide da Mandalay -, a dieci di profondità. La distanza dal mare, 300 chilometri, ha impedito uno tsunami. Il regime militare ha parlato di 144 cadaveri recuperati, una stima molto parziale. I feriti nelle prime stime sono oltre 700. Vittime, non meno di nove, e dispersi, ci sono anche in Thailandia, dove nella capitale Bangkok è crollato un grattacielo in costruzione e «dalle piscine degli attici l’acqua si riversa per le strade».

Panico in tutta l’area

Panico e allarme in India, Bangladesh, Laos, Vietnam e Cina, dove nella provincia dello Yunnan ci sono danni e feriti. Al nostro ministero degli Esteri non risultano italiani coinvolti fra il centinaio di residenti in Myanmar, i 7.000 registrati in Thailandia e i 700 turisti che si sono iscritti al sito ‘Dove siamo nel mondo’ e stanno viaggiando in quella Regione. Le immagini sono drammatiche. Quella fra Sagaing e Mandalay è un’area densamente abitata – tre milioni di persone -, lungo la quale corre una faglia che ha provocato numerosi terremoti, l’ultimo nel 1956. Ma è soprattutto zona di edifici storici e religiosi assai importanti: l’antico palazzo reale è semidistrutto. In un monastero di Taungoo sono rimasti sepolti dalle macerie venti bambini e un novizio, cinque i corpi estratti. Non lontano sorge quella che è dal 2005 la capitale del Myanmar, Naypyidaw, dove “le strade sono state squassate dalle scosse”.

Danneggiato l’ospedale centrale

La situazione più drammatica è all’ospedale centrale, che ha subito danni e dove stanno accorrendo migliaia di feriti rendendo ancora più caotico il traffico ormai insostenibile di gente in fuga dalle macerie. Molte ali dell’edificio, che ha mille posti letto, possono crollare e così i sanitari curano i feriti all’esterno, su barelle improvvisate con appese le flebo.

“Si tratta – dicono le autorità – di una zona di vittime di massa”. Ai feriti “che si contorcono dal dolore” ha fatto visita il capo della giunta militare (una delle più feroci al mondo), Min Aung Hlaing, che ha decretato lo stato di emergenza e ha chiesto l’intervento della comunità internazionale. Ora si temono epidemie dovute alla mancanza di acqua e di medicine.

Save the Children lancia l’allarme: “6,7 milioni di bambini sono a rischio”. La Croce rossa mette in evidenza le dighe in pericolo; Oms e Medici senza frontiere si sono subito attivati per mandare uomini e materiale.