Il numero è diminuito di oltre un quarto dal 1980 soprattutto per l’abbattimento di massa degli invertebrati a causa di pesticidi e fertilizzanti. Lo studio di Citizen science pubblicato su Pnas
L’uso di pesticidi e fertilizzanti nell’agricoltura intensiva è la causa principale della diminuzione del numero di uccelli in Europa. Lo rivela uno studio di Citizen science pubblicato sulle pagine di Pnas, coordinato da Stanislas Rigas dell’Università di Montpellier.
Secondo i dati raccolti, il numero di uccelli selvatici in tutto il continente è diminuito di oltre un quarto dal 1980, declino aggravato fino a più della metà tra le specie dei terreni agricoli. Gli uccelli che si nutrono di invertebrati, tra cui rondoni, cutrettole e pigliamosche, sono stati infatti i più colpiti, con un calo del 56,8% dall’inizio della ricerca. Il numero di uccelli che vivono in città è diminuito del 27,8%, mentre tra gli uccelli che vivono nei boschi del 17,7%. La ricerca ha analizzato segnalazioni di migliaia di cittadini scienziati in 28 Paesi nel corso degli ultimi quarant’anni.
Attualmente, 550 milioni di uccelli in meno sorvolano il continente e il loro declino è ben documentato. Lo studio ha esaminato come 170 specie di uccelli hanno risposto a quattro pressioni antropiche: l’intensificazione agricola, il cambiamento della copertura forestale, l’urbanizzazione e la crisi climatica.
In tutti i contesti, l’agricoltura intensiva è stata identificata come uno dei principali fattori di declino, con l’abbattimento di massa degli invertebrati e la conseguente “cascata trofica” che ha sconvolto la catena alimentare.
L’urbanizzazione, anch’essa in aumento in tutta Europa, è stata identificata come il secondo fattore più importante di pressione sulle popolazioni di uccelli. Anche le specie di uccelli settentrionali che prediligono il freddo sono state sottoposte a forti pressioni, con un calo del 39,7% del numero di esemplari a causa dell’aumento delle temperature in tutta Europa dovuto alla crisi climatica.
I risultati dello studio confermano i danni delle pressioni antropiche sugli uccelli nidificanti e sottolineano l’urgente necessità di cambiamenti trasformativi nel modo di abitare il mondo nei Paesi europei.