COMPARE LA NINA, MA SARÀ BREVE: TENDENZA AUTUNNO INVERNO

Articolo di Alessio D.G. – Mercoledì 2 Ottobre 2024

Bentrovati a questo articolo sull’aggiornamento delle tendenze climatiche per l’Italia e più in generale per il resto del pianeta.
Spicca su tutti in questi ultimi giorni di settembre la comparsa della Nina; la Nina entrante sarà molto probabilmente di intensità molto debole (non arriverà nemmeno al grado di anomalia negativa) e sarà breve: soltanto nei mesi di ottobre, novembre e la prima parte di dicembre saremo in regime di La Nina. Già con il nuovo anno si ritorna ad una fase neutra, che proseguirà anche in febbraio. Tra marzo e aprile dovrebbe tornare ad affacciarsi El Nino; molto probabile se teniamo in considerazione il picco atteso estremo di attività solare per la primavera (azione destabilizzante sul nucleo e mantello terrestre), di cui parlerò in un articolo ad hoc nei prossimi mesi.

Per il momento risentiamo ancora della fase neutra in auge ormai da 5 mesi; gli effetti della Nina in territorio europeo dovrebbero iniziare a sentirsi a partire dal mese di novembre. Da notare come sia nel nord Atlantico che nel nord Pacifico persistono anomalie positive piuttosto accese; anche il mar di Barents che risulta piuttosto sopra la media.
Per quanto riguarda gli indici teleconnettivi abbiamo La Nina debole e una QBO positiva; in genere tale accoppiata, in associazione a una AMO positiva e un’alta attività solare, porta un flusso Atlantico più intenso del normale in Europa durante l’autunno-inverno.

In tendenza avremo temperature nella media in centro Europa e nord Europa, con precipitazioni superiori alla norma e diverse tempeste atlantiche. Basso rischio di ondate di gelo.
Rispetto agli scorsi 2-3 inverni si prospetta una maggiore dinamicità in Italia, dovuta a un maggiore ingresso di perturbazioni nord atlantiche e basso atlantiche in un contesto di temperature sopra la media. Precipitazioni maggiormente concentrate sul nord e sul Tirreno, più secco sul medio adriatico e al sud. Insomma, un autunno e inverno miti ma piovosi, grazie anche al surplus di vapore acqueo atmosferico (i cui effetti li stiamo già vedendo in questo mese di frequenti alluvioni in Europa). Possibili nevicate molto abbondanti sulle Alpi.

Dando uno sguardo alla situazione astronomica e relativi effetti gravitazionali sulle correnti atmosferiche, da inizio dicembre a fine febbraio saremo in una fase lunare di apogeo, di conseguenza sarà scarso l’effetto ondulante sulla corrente a getto, dunque basso rischio di moti antizonali. Le lune nuove al perigeo torneranno dal 1 marzo, ed è proprio lì che tra fine febbraio e prima settimana di marzo, complice anche il ritorno degli effetti dell’ENSO neutro, si avranno le chances maggiori per avere un’ondata di gelo degna di nota.

A proposito di formulare previsioni con i parametri astronomici e gravitazionali, che comunque vanno uniti alla situazione teleconnettiva, si può dire che hanno un’ottima affidabilità. Ad esempio, tutti gli inverni con ondate di gelo da ricordare hanno avuto la luna nuova al perigeo minimo tra fine dicembre e metà febbraio. E’ successo nel 1956, 1985, 2009/10, 2005, 2012 e fine febbraio 2018 citando alcuni esempi eclatanti vicini.

Insieme a questo fattore, bisogna avere anche la maggior parte dei pianeti che si congiungono o oppongono/quadrano tra di loro, in modo da avere un ulteriore forzante gravitazionale di disturbo sulla corrente a getto. Ulteriore esempio, se vedete il gelo del 2012, 1956, dicembre 2009, 2005 si nota come tutti i pianeti, oltre alla luna nuova al perigeo, erano a formare quadrature e opposizioni.

Insomma, è un metodo alternativo che funziona e andrebbe approfondito per fare previsioni attendibili. Anche prendendo ad esempio questo settembre eccezionalmente piovoso, la Luna piena è avvenuta al perigeo minimo ed i pianeti hanno formato quasi tutte quadrature e opposizioni; AO e NAO hanno raggiunto valori piuttosto bassi che non si vedevano da tre anni. Anche l’altra fase più fredda e instabile dell’anno che è stata tra metà aprile e metà maggio, aveva la luna nuova al perigeo minimo, con tante congiunzioni ed opposizioni. E’ un metodo ad alta affidabilità insomma.
Tale piccola digressione è andata un po’ oltre ma era necessaria per capire il clima terrestre e la tendenza sotto.

Riassumendo, gli indici teleconnettivi e astronomici non sono favorevoli a un inverno freddo, ma al contrario mite e a tratti piovoso.
Il carico gravitazionale sulla corrente a getto in dicembre, gennaio e fino al 20 febbraio sarà basso, quindi sono da escludere ondate di freddo importanti e durature (non mancheranno occasionali brevi discese artico marittime). Situazione che dovrebbe cambiare radicalmente negli ultimi giorni di febbraio quando torneranno gli effetti della fase neutra, l’attività solare inizierà ad impennarsi davvero (possibili forti riscaldamenti stratosferici e troposferici improvvisi) e la forzante gravitazionale diventerà molto elevata (tornano le fasi lunari al perigeo con ben 5 pianeti congiunti, Sole quadrato a Giove e Venere quadrato a Marte).

In sostanza, unendo parametri astronomici e teleconnessioni, la tendenza più probabile sarà questa: inverno mite e piovoso, con rischio gelo nella parte finale.

P.s: Invito ad andare a vedervi le effemeridi di quest’anno, (ma anche degli anni passati per avere un riscontro di affidabilità), in modo da poter iniziare a fare anche da soli le previsioni meteo astronomiche, evitando così di ascoltare guru meteo e venditori di fumo che cercano solo click annunciando con cadenza settimanale ondate di gelo.

Fonte: COMPARE LA NINA, MA SARÀ BREVE: TENDENZA AUTUNNO INVERNO (Autore: Alessio)

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