Delitto di via Poma, il gip: indagare ancora. “Era una sede degli 007”

Roma, 20 dicembre 2024 – Documenti riservati dei servizi segreti nell’appartamento in cui fu uccisa Simonetta Cesaroni in via Carlo Poma 2 il 7 agosto 1990. Carte su cui pubblici ministeri e investigatori non avrebbero dovuto mettere gli occhi. E per le quali l’ufficio in cui la segretaria contabile della Aiag lavorava è stato protetto. Forse insieme all’assassino. In base a questa tesi la giudice delle indagini preliminari di Roma, Giulia Arceri, ha respinto la richiesta di archiviazione della procura di Roma sulle ultime indagini. Indicando la necessità di un supplemento d’inchiesta sulle prime indagini sul delitto, alla presenza di uno 007. Ma anche sul presunto collegamento con il colpo di Massimo Carminati al caveau della cittadella giudiziaria, che risale a nove anni dopo.

L’INDAGINE

La gip indica ai pm di ascoltare anche l’ex questore di Roma, Carmine Belfiore, e Sergio Costa, ex Sisde e genero del capo della polizia Vincenzo Parisi. Scambiandolo nella sentenza con l’attuale vice presidente della Camera a causa di un’omonimia. A piazzale Clodio dovranno anche andare (o tornare) tutti i colleghi e datori di lavoro della vittima. Al centro l’ormai defunto avvocato Francesco Caracciolo di Sarno, presidente dell’associazione per cui lavorava Simonetta. Non avendo il telefono, veniva contattato in caso d’emergenza tramite il suo fattore Mario Macinati. Il figlio di quest’ultimo, Giuseppe, ha detto ai magistrati che qualcuno telefonò dagli Ostelli per far sapere che era morta una persona nella sede. Le telefonate arrivarono prima della scoperta del corpo da parte degli inquirenti.

L’ALIBI

In più, Caracciolo ha detto che si trovava nella sua tenuta di campagna. Ma la portiera di uno degli appartamenti di proprietà dell’avvocato a Roma ha detto alla Digos di averlo visto uscire dal palazzo e tornare proprio nell’ora presunta dell’omicidio e con un pacco. Bianca Limongello ha, successivamente, smentito di aver detto quanto riportato nell’informativa. A eccezione dell’orario di rientro, avvenuto alle 18 e in compagnia di un’altra persona. Infine, c’è un appunto firmato proprio da Belfiore in cui si riportano indiscrezioni sulla sua personalità e sulle “reiterate molestie arrecate a ragazze”. E anche sulle “amicizie influenti” che gli avevano consentito di non essere mai denunciato.

POTERI FORTI

Secondo la gip “appare del tutto verosimile che sin dall’inizio le indagini siano state inquinate per proteggere soggetti e/o interessi dei servizi segreti (…) come le persone in rapporti con l’Aiag”. Così come sarà necessario tornare sulla figura di Pietrino Vanacore, portiere del palazzo suicida nel 2010 e primo sospettato del delitto. Il vice questore Costa ha effettuato il primo sopralluogo dell’appartamento subito dopo il delitto 34 anni fa. Fin da subito giravano notizie sull’ufficio di via Poma che sarebbe stato un luogo di copertura dei servizi segreti italiani. Anche l’informatore della polizia Roland Voller, che accusò falsamente del delitto Federico Valle, era collegato agli 007. Secondo un’altra pista Cesaroni sarebbe stata a conoscenza di attività illecite perché incaricata di stipulare contratti di alcune società al di fuori del suo lavoro. Si parlò anche della scoperta da parte della segretaria di documenti che collegavano l’Aiag alla Banda della Magliana e al Vaticano.