Giorno della memoria 2025, ottant’anni fa la liberazione di Auschwitz. La cronistoria della “soluzione finale”

Roma, 27 gennaio 2025 – Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. Questa giornata è dedicata alla commemorazione dell’Olocausto, ossia il massacro di sei milioni di ebrei e di milioni di altre persone deportati in campi di sterminio e poi uccisi nelle camere a gas, o costretti a lavorare fino alla morte in condizioni inumane. Un eccidio compiuto dalla Germania nazista e dai suoi alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Per ricordare questo capitolo buio della storia è stata scelta la data gennaio del 27 perché, in questo giorno, ottant’anni fa, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa, l’esercito dell’Unione Sovietica, libererò il complesso polacco di Auschwitz , uno dei più grandi campi di concentramento nazisti. 

Giorno della memoria - Crediti iStock Photo
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Significato di Shoah

Il termine Shoah, che in ebraico significa “tempesta devastante” (tratto dalla Bibbia, ad esempio Isaia 47,11), è utilizzato per indicare lo sterminio del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale. A differenza di Olocausto, che richiama l’idea di un sacrificio inevitabile, Shoah sottolinea la portata distruttiva e intenzionale di questo genocidio. Le radici dell’ideologia razzista e antisemita risalgono già al XIX secolo, ma i nazisti, a partire dall’ideologia esposta nel libro ‘Mein Kampf’ di Adolf Hitler (1925), la trasformarono in un progetto articolato per “purificare” la società da tutto ciò che non fosse considerato ‘ariano’. 

Emarginazione progressiva

La cosiddetta “soluzione finale” – così i nazisti chiamavano la loro operazione di sterminio – fu attuata attraverso un processo di emarginazione progressiva degli ebrei dalla società tedesca. Le leggi di Norimberga del 1935 stabilirono le basi legali per il boicottaggio economico e l’esclusione sociale degli ebrei, e dal 1938, in particolare con la cosiddetta ‘Notte dei cristalli’ (8-9 novembre), intervenne una repentina accelerazione della segregazione e repressione, fino alla Conferenza di Wannsee del gennaio 1942, dove i vertici nazisti decisero di risolvere la “questione ebraica” attraverso lo sterminio sistematico. 

Lo sterminio di ebrei e minoranze

Lo sterminio ebbe inizio in Germania, ma si estese con le conquiste del Terzo Reich, colpendo gli ebrei dei paesi occupati, ovvero di quasi tutta l’Europa. Essi furono inizialmente ‘ghettizzati’, concentrati forzatamente in quartieri specifici delle città (il ghetto di Varsavia fu il principale, per estensione e numero di abitanti), e successivamente deportati nei campi di concentrazione e sterminio, situati soprattutto in Europa orientale. Auschwitz, Treblinka, Dachau, Bergen-Belsen, Mauthausen e decine di altri campi divennero il luogo di arrivo quotidiano per migliaia di deportati. Dopo una selezione iniziale che temporaneamente risparmiava coloro che potevano lavorare, una parte di loro veniva destinata direttamente alle camere a gas. I campi di sterminio, oltre ad essere luoghi di eliminazione fisica, furono anche teatro di tortura, esperimenti pseudoscientifici, lavori forzati e selezioni quotidiane, testimoniati da chi riuscì a sopravvivere. Oltre agli ebrei, vittime dello sterminio furono anche rom, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori politici.

Leggi razziali e collaborazionismo in Italia

Nel nostro Paese, il regime fascista introdusse nel 1938 le leggi razziali, che esclusero gli ebrei dalle scuole, dalle professioni e dalla vita sociale. La deportazione e lo sterminio iniziarono dopo il settembre 1943, con il crollo del regime fascista e l’armistizio, quando le truppe tedesche occuparono il nord Italia.Le autorità della Repubblica Sociale Italiana collaborarono attivamente alla deportazione.

Uno dei primi episodi fu il rastrellamento del ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943, durante il quale vennero catturate oltre 1000 persone. Il campo di Fossoli, situato in provincia di Modena, divenne un luogo di transito verso i campi di sterminio dell’Europa orientale, dove morirono circa 8000 ebrei italiani.

Frasi e citazioni per il Giorno della Memoria

“A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio”
(Anna Frank)

“L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza”
(Liliana Segre)

“Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna deve registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell’umanità”
(Albert Einstein)

“L’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non meritare mai rimuovere il segnalibro della memoria”
(Primo Levi)

“La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare: è il testamento che ci ha lasciato Primo Levi”
(Mario Rigoni Stern)