Un ragazzo di13 anni è stato accoltellato per un pallone. E l’aggressore, da quel che si è ricostruito fin qui, sarebbe un altro ragazzino, di 10 anni. Tutto è avvenuto nella serata di ieri a Giugliano.
Le prime notizie
Nella serata il 13enne, accompagnato dai propri familiari, si era presentato nell’ospedale San Giuliano con una ferita d’arma da taglio. Secondo una prima ricostruzione il bambino, mentre stava giocando a pallone con altri amici, sarebbe stato avvicinato da un altro bambino che voleva prendere la palla. Il 13enne si sarebbe rifiutato e così il ragazzo, di 10 anni, avrebbe colpito con un coltello la vittima alla coscia sinistra.
Il decano dei parroci di Giugliano: “La città ormai è abbandonata”
“Il primo pensiero va al ragazzino ferito: spero che stia bene. Non voglio puntare l’indice ma faccio un’amara constatazione: credo che la città sia ormai abbandonata”. A parlare è don Angelo Parisi, decano dei parroci di Giugliano e Qualiano.
“La prima esigenza è quella dei controlli, e soprattutto da parte degli adulti. È normale che un ragazzino abbia un coltellino in tasca” aggiunge don Angelo. “Ad esempio in piazza Camposcino, dinanzi alla chiesa di San Marco (dove don Angelo è stato parroco per decenni rappresentando sempre un punto di riferimento per le famiglie del centro storico ndr) i giovani si ritrovano di sera. Giocano, si intrattengono come è giusto che sia. Ma ci siamo anche noi adulti”, prosegue il sacerdote che chiede però “da 15 giorni di potenziare l’illuminazione ma finora senza avere alcuna risposta”.
“Cosa fare? Anche questa volta si accenderanno i riflettori ma dopo il clamore bisognerà fare qualcosa. Occorre un maggiore impegno, da parte di tutti. Anche della Chiesa perché abbiamo il dovere di essere accanto a questi ragazzi e non lasciarli da soli”, conclude.
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