Articolo di Fiorentino Marco Lubelli – Lunedì 25 Novembre 2024
Collaboratore di Attività Solare
Non vogliamo generare aspettative, né soprattutto fare previsioni stagionali, quelle le potete vedere, sfornate dai modelli dei principali centri di calcolo mondiali. Questa sera vogliamo proporvi un’interessante peculiarità dell’autunno che sta per concludersi che potrebbe incidere e non poco sulle vicende meteo climatiche europee. Vediamolo insieme.
Come possiamo vedere facilmente la zona polare sta registrando una delle fasi autunnali più calde di sempre, come vedremo quello che sta accadendo quest’anno non è un unicum, ma è un evento piuttosto raro, negli ultimi 66 anni è avvenuto, con anomalie assimilabili a questa, 9 volte ed è sempre stato seguito da inverni particolarmente freddi per l’Europa. Ma andiamo con ordine, qui di seguito mostreremo la carrellata di questi 9 anni e scopriremo insieme interessanti correlazioni.
Come si può evincere facilmente tutti gli anni che abbiamo mostrato hanno registrato un autunno caratterizzato da almeno una fase di grande anomalia termica positiva, o come il 2009 un unico periodo di anomalie positive senza particolari picchi. Ma la cosa più interessante è che a ognuno di questi autunni, è seguito un inverno con una o più irruzioni fredde notevoli sull’Europa, alcune storiche, nello specifico: gennaio/febbraio 1963 tra i più freddi del secolo scorso, fine dicembre 1996, il grande episodio di burian che colpì l’Europa e l’Italia centro/settentrionale, 1998/99 irruzione gelida per il giorno dell’Immacolata e grande irruzione a cavallo tra gennaio e febbraio, 2001, irruzioni gelide in dicembre e a inizio gennaio, 2009/2010 irruzione gelida a dicembre e repliche un po’ per tutto l’inverno, inverno 2016/17 grande irruzione fredda continentale a gennaio, restano dunque fuori dal novero dei grandi inverni il 2020/21 che pur senza grandi picchi rimane, negli ultimi 6 anni l’inverno di gran lunga più freddo e gli inverni 1965/66 e 2018/19 senza eventi di gran rilievo. Potremmo dunque vivere finalmente dopo anni di assenza un inverno con almeno un evento di notevoli dimensioni? Naturalmente non possiamo prevederlo, ma qualcosa possiamo certamente mostrarvela ed è la media delle anomalie di geopotenziale per dicembre tratta dal confronto di questi 9 anni.
Come si può notare è abbastanza evidente una condizione di NAO- con potenti alte pressioni sulla Groenlandia, l’Alaska, e la Russia, con l’Europa sotto l’influenza di geopotenziali decisamente negativi. Attenzione ciò non significa freddo continuo, anzi, da quello che si evince dallo studio degli inverni in questione le ondate di gelo sono precedute e spesso seguite da periodi miti anticiclonici o di matrice comunque oceanica. Infatti se andiamo a vedere le anomalie termiche di questi anni per dicembre vediamo che esse non sono notevolmente inferiori alla media in Italia.
Est europeo freddo e parte occidentale più mite, evidente dunque una certa contrapposizione tra il getto atlantico e quello freddo di matrice continentale. Sarà questo un trend possibile per la stagione in corso? Certo, ed è questo quello su cui vogliamo soffermarci, le anomalie che si sono andate a registrare sul polo nord hanno avuto già l’effetto di ritardare la nascita e l’evoluzione del vortice polare troposferico, ciò sta determinando una maggiore debolezza dello stesso e una impossibilità di comunicazione tra i piani isobarici. Questa condizione di debolezza potrebbe condizionare tutto il mese di dicembre determinando le condizioni per l’arrivo di irruzioni di aria fredda anche di matrice continentale. Un inverno dunque che sembra partire con connotati davvero differenti dai precedenti e che se, sarà rispettato l’andamento degli inverni passati contraddistinti da fasi autunnali molto calde in zona polare, potrebbe riportare in Europa il gelo. Staremo a vedere.
Fonte: Progetto Scienze
Fonte: INVERNO 2024/25: IL FREDDO TORNERÀ PROTAGONISTA? (Autore: Enzo Ragusa)
L’articolo INVERNO 2024/25: IL FREDDO TORNERÀ PROTAGONISTA? proviene da MIOMETEO.COM.