L’esercito israeliano ha lanciato un’importante offensiva, denominata “Muro di Ferro”, nel campo profughi di Jenin, situato in Cisgiordania. L’operazione, preannunciata nei giorni scorsi, è iniziata con raid e attacchi di droni, causando almeno otto vittime e 35 feriti, secondo fonti dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Jenin, uno dei 19 campi profughi creati nel 1948, è considerato da Israele un centro di resistenza armata palestinese e un focolaio di attività terroristiche.
Reazioni palestinesi
In risposta all’attacco, Hamas ha esortato i palestinesi della Cisgiordania a intensificare la resistenza contro le forze israeliane. In un comunicato, il movimento ha dichiarato: “Chiediamo la mobilitazione generale e lo scontro contro l’aggressione a Jenin”. La tensione nella regione resta alta, con la prospettiva di un’escalation del conflitto.
Arresti e attacchi nelle città
Oltre agli scontri a Jenin, le forze israeliane hanno effettuato arresti in diverse città della Cisgiordania, tra cui Hebron, Qalqilya, Ramallah e Nablus. Tra i detenuti figura anche un giornalista di Hebron, secondo l’agenzia palestinese Wafa.
Dimissioni ai vertici militari
Nel contesto di una crisi politica interna, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, ha annunciato le dimissioni a seguito del fallimento nella prevenzione dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Halevi ha dichiarato che lascerà il comando il 6 marzo, promettendo di supervisionare il trasferimento delle responsabilità e i lavori della commissione d’inchiesta.
L’articolo Israele lancia l’operazione “muro di ferro” in Cisgiordania: “Sradicheremo il terrorismo”. Hamas esorta a combattere proviene da Blitzquotidiano.it.