LOCKDOWN NATALE, ZONA ROSSA O ARANCIONE/ Vertice Cts: tutte le possibili misure Dpcm

È in corso la riunione del Comitato Tecnico Scientifico per ordinare le misure da inviare al Governo sul lockdown di Natale: la stretta ormai sembra ineludibile, confermata da tutti i Ministri e dallo stesso Premier Conte. Il Governo attende delucidazione dal Cts in modo da convocare una nuova riunione con i capidelegazione (forse già stasera), prima di vedere poi le Regioni per un confronto sulle misure da adottare nel prossimo Dpcm (domani o giovedì). Le ipotesi restano quelle che abbiamo sottolineato qui sotto, con il decreto che potrebbe a questo punto essere lanciato e comunicato per il finire della settimana: «Ci vuole prudenza in questo momento ma non dobbiamo essere manichei, rischiamo di passare dal liberi tutti a richiudere tutto. Se diciamo che bisogna fare ripartire i consumi e se il governo lancia l’operazione cashback, poi non se la può prendere con i cittadini se escono», ribadisce il Sindaco di Milano Beppe Sala, la medesima linea avanzata da Matteo Renzi nella sua ultima Enews «bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo “Chiusura!”, poi “No, ci si potrà muovere fra comuni!” ed infine “No, zona rossa in tutta Italia!”. Si decida una linea, la si spieghi e tutti insieme la si difenda ma senza zigzag». Il Governo resta spaccato ma nelle prossime ore è chiamato a dirimere comunque le nuove regole che potrebbero riportare l’Italia in zona rossa o arancione almeno fino ai primi giorni di gennaio.

VERSO LOCKDOWN NATALE

L’Italia dovrà prepararsi nel giro di pochi giorni ad un nuovo Dpcm sul Natale che porti la zona rossa o arancione a livello nazionale: l’imponderabile solo una settimana fa si è concretizzato tra domenica e lunedì quando il Cts e parte del Governo hanno posto la questione di ridurre ancora le libertà personali e di movimento dei cittadini a fronte del “rischio terza ondata” e del lockdown imposto dalla Germania. Al netto dei nodi politici che sottendono (la Merkel offre il 90% di ristori alle aziende e impone una data certa di fine del lockdown dopo aver tentato tutte le opzioni “light” possibili), il caso italiano è ancora una volta al centro delle attenzioni europee: nei giorni che dovrebbero vedere la “luce” del Recovery Plan, il Governo Conte è impegnato in una complessa “verifica” per evitare la crisi e contemporaneamente si trova a dover prendere nuovi divieti e misure a ridosso del Natale, su richiesta del Cts. «La mia opinione è chiara: le nuove misure ci possono aiutare soprattutto nelle settimane delle vacanze di Natale ad evitare una terza ondata a scongiurare una nuova recrudescenza», ha spiegato ieri al Tg3 il Ministro della Salute Roberto Speranza. Si valuta dunque un’ulteriore stretta nei giorni tra Natale, Capodanno e l’Epifania e la giornata di oggi dovrebbe essere decisiva con un nuovo incontro del Comitato Tecnico Scientifico e poi il report inviato al Governo per prendere le decisioni in tempi rapidi, visto che si è già al 15 dicembre e occorre dare risposte certe alle famiglie e ai lavoratori italiani per i prossimi giorni.

IPOTESI E DATE SUL DPCM

Le principali ipotesi sul nuovo Dpcm Natale (che stringe ancora di più la morsa dopo il decreto del 3 dicembre) sono sostanzialmente due: Italia in zona arancione nazionale, con ristoranti e bar chiusi, spostamenti vietati tra le Regioni e negozi aperti; oppure lockdown nazionale e Italia in zona rossa, come in primavera, con autocertificazione per uscire di casa e tutti i negozi chiusi (eccetto quelli “essenziali”). L’ulteriore nodo da sciogliere, oltre alle misure in quanto tali, sono le date in cui entrerebbero in vigore le nuove regole del Dpcm: la fascia rossa o arancione nazionale potrebbe essere attiva dal 24 dicembre fino al 6 gennaio, nell’ipotesi più “nefasta” mentre si discute anche di tenere gli italiani in casa “solo” il 24-25-26-27-31 dicembre e 1-3-6 gennaio. Il coprifuoco dovrebbe rimanere comunque alle 22, anche se parti del Governo e del Cts consigliano di anticiparlo alle 20 o addirittura alle 18; secondo il Corriere della Sera, il Dpcm sarà ormai inevitabile ma per Conte occorre o accompagnarlo da nuovo decreto legge “cornice” che restringa ulteriormente le libertà personali oppure un emendamento all’ultimo Decreto Natale del 3 dicembre. Dovrebbe invece essere ormai passata la linea del via libera agli spostamenti tra piccoli Comuni il giorno di Natale, in modo da consentire – nel raggio di 10-30 km – il ricongiungimento con i propri parenti stretti.

GOVERNO CONTE SPACCATO SUI DIVIETI

Metà del Governo è tentato da questo ultimo “modello Germania”, ma trova l’opposizione dell’ala “aperturista” che vede di cattivo occhio il cambio di fronte repentino operato da Palazzo Chigi nel giro di pochi giorni. Ieri il Cts ha chiesto al Governo di «potenziare i meccanismi di controllo per il rispetto delle norme già in vigore» e invita l’esecutivo a disporre «misure più stringenti per impedire la circolazione delle persone». I dati al momento non sono “terribili” e non prevederebbero un lockdown nazionale, ma secondo gli scienziati le festività di Natale con movimenti e cene tra parenti e amici potrebbero portare ad una terza ondata in gennaio e per questo «la misura estrema sarebbe imposta come prevenzione di una recrudescenza a gennaio, perché il governo si aspetta tre mesi molto duri» dal punto di vista epidemiologico», riporta il Corriere della Sera su fonti Cts. «Abbiamo già predisposto un piano dedicato alle festività natalizie, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane», ha spiegato stamane il Premier Conte in una intervista a La Stampa, «Il sistema delle zone e la suddivisione delle regioni in base ai colori sta dando risultati. Abbiamo evitato un lockdown generalizzato, misura estrema alla quale ora è costretta la Germania e anche altri Paesi come la Gran Bretagna e l’Olanda. Per fortuna, con queste misure ben calibrate e circoscritte, noi stiamo reggendo bene l’urto di questa seconda ondata. Ovviamente mi addolora il numero dei decessi, che rimane elevato». Il Governo resta comunque spaccato, con Italia Viva che fa sapere tramite Teresa Bellanova «Non possiamo sempre cambiare posizione, come i gamberi. E non possiamo prendere misure che fanno saltare i conti economici, come la chiusura dei ristoranti a Natale. Perché li abbiamo fatti aprire? Ora hanno comprato la merce e li chiudiamo?». Per il Cts la ripartenza e l’uscita dalle misure “forti” potrebbe avvenire solo con contagi tra i 5mila e i 10mila (ieri erano 12mila, ndr) e con Rt sotto 0,5 (oggi siamo a 0,8 su scala nazionale): «fino a quando tutte le regioni non saranno sotto la soglia dello 0.5 è indispensabile tenere la guardia altissima e impedire allentamenti in quei luoghi dove le persone abbassano la mascherina», è il messaggio lanciato dal Presidente Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.

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