Meteo, Milano e Torino sotto zero, la data del grande GELO

Da anni ormai, Milano e Torino guardano al cielo nella speranza di vedere tornare una nevicata significativa, di quelle che trasformano le città in un paesaggio fiabesco e regalano momenti di stupore e silenzio.

 

Tuttavia, le attese continuano a protrarsi, e l’inverno, almeno fino ad ora, sembra non voler riportare quei giorni magici in cui la neve avvolgeva ogni cosa.

 

Anche il peggioramento previsto per l’Epifania, che aveva acceso le speranze di molti, non sembra destinato a portare l’evento tanto atteso.

 

Ma abbandonare completamente la speranza sarebbe prematuro: la stagione invernale è ancora lunga e, come spesso accade, le sorprese potrebbero arrivare nei momenti meno prevedibili.

 

Nel frattempo, non ci resta che affidarci ai ricordi, a quelle nevicate del passato che hanno segnato la storia delle due città. Chi ha vissuto eventi come la leggendaria “nevicata del secolo” del 1985 sa cosa significa vedere le strade ricoperte da un manto bianco spesso, i bambini che giocano nei parchi e il traffico che si ferma, lasciando spazio a un silenzio quasi surreale.

 

Quella volta, Milano si ritrovò sotto quasi un metro di neve, mentre Torino, pur con accumuli più modesti, visse un inverno gelido e indimenticabile.

 

È nei ricordi che si trova spesso la consolazione durante le attese più lunghe. E mentre gli occhi restano puntati verso il cielo, sognando che l’inverno possa ancora sorprenderci, le memorie di quei giorni ci ricordano quanto la neve possa rendere speciale anche il freddo più intenso.

 

Nel gennaio 1985, Milano e Torino furono protagoniste di una delle nevicate più straordinarie del XX secolo, passata alla storia come “la nevicata del secolo”. L’evento ebbe inizio il 13 gennaio, una domenica, e si protrasse per diversi giorni, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva per la sua intensità e per i disagi che causò.

 

A Milano, la neve cadde incessantemente fino alla sera del 16 gennaio, raggiungendo accumuli straordinari di circa 90-94 centimetri, mentre a Torino si registrarono circa 30 centimetri di neve entro il 16 gennaio, con una conclusione anticipata rispetto a Milano.

 

Le temperature scesero a livelli estremamente rigidi, con minime che toccarono i -11°C a Torino, un elemento che amplificò le difficoltà per la popolazione e le autorità. La perturbazione che causò questa eccezionale ondata di maltempo investì non solo l’Italia settentrionale ma anche parte dell’Italia centrale, paralizzando temporaneamente trasporti e servizi essenziali.

 

La gestione dell’emergenza richiese sforzi straordinari. A Milano, l’amministrazione comunale mobilitò oltre 4.000 operatori, supportati da 300 mezzi della nettezza urbana e, dal 15 gennaio, dall’esercito, che schierò 650 militari di leva.

 

Per liberare le principali arterie cittadine, furono persino utilizzati carri armati della caserma Perucchetti, un’immagine simbolo di quella nevicata. Il Comune fece appello agli studenti in vacanza per unirsi alle operazioni di sgombero, ma non mancarono critiche per la mancata predisposizione preventiva di un piano di emergenza e per l’assenza di una lista di spalatori volontari.

 

Nonostante la metropolitana continuasse a funzionare, gran parte del trasporto pubblico, con 23 linee di autobus e filobus sospese, rimase paralizzato. Le scuole, invece, furono chiuse per una settimana in gran parte della Lombardia.

 

Anche Torino affrontò sfide importanti. L’amministrazione attivò centri di reclutamento presso le circoscrizioni e i comandi di polizia locale per assumere lavoratori temporanei incaricati di sgomberare le strade.

 

L’aeroporto di Caselle venne chiuso per consentire operazioni di pulizia della pista e di prevenzione della formazione di ghiaccio, mentre eventi sportivi, come la partita Juventus-Lazio, furono rinviati a causa delle condizioni impraticabili dei campi da gioco.

 

La nevicata mise a dura prova entrambe le città, con la circolazione stradale bloccata, gli aeroporti chiusi e i servizi essenziali in difficoltà. Tuttavia, l’evento contribuì anche a evidenziare l’importanza di una pianificazione più adeguata per affrontare emergenze di tale portata.

 

Negli anni successivi, le amministrazioni locali intrapresero miglioramenti nei piani di risposta alle emergenze invernali, cercando di evitare che simili situazioni si ripetessero con lo stesso livello di disagi.

 

La nevicata del 1985 rimane un ricordo indelebile non solo per la straordinarietà dell’evento meteorologico, ma anche per la resilienza delle comunità colpite. È un episodio che continua a essere raccontato come simbolo di un inverno indimenticabile, quando la natura, con tutta la sua forza, mise alla prova le città e i loro abitanti.

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