Nessuna traccia organica della piccola Giulia sarebbe stata trovata sul pitbull di Acerra. Resta quindi un mistero la dinamica della tragedia.
Cosa sappiamo finora
La morte della piccola Giulia, trovata dal padre in una pozza di sangue nel letto della loro casa nel rione Ice Snei di Acerra, è ancora avvolta nel mistero. Il padre, ora indagato per omicidio colposo, ha attribuito la responsabilità della tragedia al loro cane. Tuttavia, gli esami svolti su Tyson, il nome del pitbull di famiglia, non avrebbero rilevato tracce organiche della bambina. A raccontarlo è il Corriere della Sera.
Al contrario, sul pelo dell’altro cane di casa, Laika, un meticcio, sono state trovate tracce di sangue, ma gli esperti ritengono che si tratti di un semplice “imbrattamento”, probabilmente dovuto a uno strusciamento sul corpo della piccola.
Sempre secondo il Corriere, il padre della bambina è risultato positivo all’hashish, mentre i test per altre sostanze stupefacenti hanno dato esito negativo.
Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza del rione per verificare se l’uomo si sia allontanato da casa, anche solo per pochi minuti. È certo, invece, che la madre della bambina si trovasse al lavoro in pizzeria al momento dei fatti.
Il racconto del padre
Il padre ha dichiarato di non stare accorto di nulla perché stava dormendo, così come la bambina. In un primo momento, aveva parlato di un’aggressione da parte di un randagio, ma successivamente, davanti agli inquirenti, ha cambiato versione, affermando che la piccola era stata attaccata dal suo pitbull. Resta il mistero: cosa è successo quella sera?
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