Roma, 19 gennaio 2025 – “Il braccio sta bene, si muove meglio”, esordisce papa Francesco, ospite di Che tempo che fa e torna su temi già toccati in mattinata all’Angelus con un filo di voce: “Ringrazio i mediatori della tregua a Gaza. Ora si lavori per la soluzione dei due popoli e dei due stati”.
A Fabio Fazio che lo intervista per 40 minuti, aggiunge: “La possibilità di arrivare ai due popoli, due stati, c’è e credo anche sia l’unica soluzione” ma quello che potrebbe venire a mancare, avverte, è “la disponibilità di alcuni”, per questo “dobbiamo convincerli con la retorica mite”, si deve capire che “la pace è superiore alla guerra, sempre, per fare la pace tante volte si perde qualcosa ma si guadagna di più”.
Francesco appare senza la fasciatura al braccio dopo la caduta a casa a Santa Marta della settimana scorsa. Di buon umore ma ancora molto affaticato.
Alla vigilia dell’insediamento del neo presidente Usa Donald Trump, fa sapere: “Per ora non ci siamo sentiti”. Al nuovo capo dell’amministrazione americana lancia però un messaggio in vista delle annunciate deportazioni di massa: “Questo, se è vero, sarà una disgrazia perché così si fa pagare ai poveri disgraziati il conto dello squilibrio, così non si risolvono le cose”.
Francesco torna sul tema delle donne nel “presente” della Chiesa, scherza dicendo che è dai tempi del Paradiso che comandano. E riprende il significato del Giubileo, “la speranza e la conversione”. “Non venite a Roma – dice – se è per fare i turisti”. Sul gesto più significativo compiuto finora, l’apertura della Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia: “I più colpevoli sono spesso fuori”. Quindi a cuore aperto parla all’Italia: “Accogliamo i migranti, l’Italia non fa figli, l’età media è di 46 anni, è un problema grave”. Poi torna sulla guerra e confida di inserire speso nelle lettere la celebre foto del bimbo di Nagasaki che porta in spalla il fratellino morto dopo il bombardamento nucleare: “Lo faccio perché la gente capisca, dobbiamo intraprendere sempre la strada dei negoziati”. Anche nella vita di ogni giorno.
Nella sua autobiografia ‘Spera’, presentata con lo sbarco del Papa su TikTok, il social più amato dai giovanissimi, racconta di una rissa da piccolo, all’uscita della scuola. “Ma è curioso: dopo le scuse abbiamo fatto pace e siamo diventati grandi amici, lui è diventato pastore protestante e io cattolico e abbiamo tante volte pregato insieme”. C’è un peccato imperdonabile chiede Fazio? “No, Dio perdona sempre”. In vista della Giornata della memoria sgombra il campo dagli equivoci dopo le diverse accuse di fomentare l’antisemitismo: “Il mio sentimento è di pietà e vergogna, vergogna che noi uomini siamo stati capaci di fare quello”.