Una ragazza transessuale di Taranto ha vissuto un incubo a causa delle persecuzioni da parte dei suoi vicini di casa, un padre e suo figlio. I due l’avrebbero tormentata con minacce di morte e insulti continui, rendendo la sua vita impossibile e cercando di costringerla a lasciare la propria abitazione. Le aggressioni non si sono limitate alle parole: in un episodio particolarmente grave, la giovane è stata accerchiata in strada da un gruppo di persone, colpita con uno schiaffo e un pugno in una vera e propria spedizione punitiva.
La denuncia e le misure restrittive
Stanca delle violenze subite, la ragazza ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri. A seguito delle indagini, padre e figlio sono ora indagati per minacce gravi e atti persecutori. Il giudice per le indagini preliminari di Taranto, Elio Cincelli, ha emesso nei confronti del 28enne il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla vittima e l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Il padre, invece, ha violato gli arresti domiciliari la notte tra il 7 e l’8 dicembre per intimarle di rientrare in casa dopo che la ragazza si era lamentata del rumore proveniente dalla loro abitazione. Per questa violazione, l’uomo è stato arrestato e condotto in carcere.
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Una persecuzione sistematica
Le vessazioni nei confronti della giovane sono state sistematiche. Per lungo tempo, i due uomini hanno disturbato la sua tranquillità suonando ripetutamente il campanello della sua abitazione nelle ore notturne. Secondo il giudice, il 28enne ha continuato a perseguitarla anche dopo l’arresto del padre, dimostrando un atteggiamento intimidatorio persistente. La ricostruzione dei fatti fornita dalla vittima è stata considerata coerente e senza contraddizioni, portando all’emissione del provvedimento restrittivo.
Un contesto di odio e discriminazione
L’episodio di Taranto si inserisce in un quadro più ampio di violenza contro la comunità trans. Christian Cristalli, responsabile della Rete Trans Arcigay, ha denunciato l’escalation di aggressioni, attribuendola a un clima sociale e politico che legittima sempre più il discorso d’odio. Anche la presidente nazionale di Arcigay, Natascia Maesi, ha sottolineato la gravità della situazione, dichiarando che le persone trans sono il principale bersaglio di una violenza quotidiana, arrivata a colpire persino nelle loro case, un tempo considerate luoghi sicuri.
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