SCIOPERO GENERALE/ L’errore di metodo nella scelta di Cgil e Uil

Ancora? Sì, ancora. Tutto come se nulla fosse accaduto, tutto come se nulla fosse cambiato. Purtroppo è proprio così. Il prossimo 16 dicembre ci sarà uno sciopero generale di otto ore proclamato da Cgil e Uil: questo l’intento delle due sigle sindacali che, contrastando la manovra messa in campo dal Governo, vogliono palesare la loro attuale insoddisfazione. Prima di arrivare al giorno stabilito, però, la situazione potrebbe mutare e, non si può escludere, un passo indietro da parte degli stessi organizzatori della tanto gridata mobilitazione. 

Per chi scrive, i dubbi sulla reale opportunità di tale adunata, sono molti. Come già approfondito qualche mese fa, pur comprendendo la natura dell’insoddisfazione di fondo non si possono condividere i modi utilizzati al fine di poter smuovere l’Esecutivo. Uno sciopero, adesso, non può avere un senso nell’interesse della parti soprattutto – oggi – dove il contesto pandemico è ancora vivo e presente nella nostra vita sociale quotidiana. Se, invece, la proclamazione di uno sciopero generale è stata annunciata al pari di una minaccia, allora è probabile che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri e un accordo si troverà poiché “giusto” e garante per la salvaguardia della tutela sanitaria della popolazione.

È inutile affermare come “il manifestare” sia un’azione imprescindibile per una democrazia, ma, allo stesso tempo, è ancora più importante sottolineare come le attuali condizioni del nostro Paese e del resto del mondo siano alquanto precarie per poter accogliere tali forme di aggregazione sociale. Viceversa, almeno in questo momento, le cosiddette “stanze del potere” sono ben attrezzate per accogliere tutti e tutto e pertanto se ne consiglia un attento e accurato utilizzo nell’interesse dei cittadini.

A conferma di questo pensare, il rappresentante della Cisl Luigi Sbarra ha preso le distanze dai suoi colleghi affermando come sia «una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo perché il Paese è ancora stretto nella emergenza pandemica» e «nel merito perché la mobilitazione responsabile e costruttiva messa in campo unitariamente in quest’ultimo mese ha prodotto molti miglioramenti della manovra». 

Noi, rispettosamente, non vogliamo entrare nel «merito», ma ci opponiamo al solo «metodo» impiegato. Questo modo di agire appare sproporzionato rispetto al contendere e, a ben vedere, la considerazione del Segretario della Cgil Maurizio Landini (rif. «essendo nel pieno della pandemia, tutto il settore della sanità sarà esentato»), confermando il perdurare dello stato di emergenza del Paese, contraddice, di fatto, lo stesso atto di mobilitazione. 

Si tratta di una constatazione molto banale e alquanto elementare e, siamo certi, che le prossime ore e i prossimi giorni saranno sicuramente utili a entrambe le sigle sindacali per meglio organizzare una loro strategia negoziale. Il Governo è disponibile a un possibile confronto come gli stessi esponenti sindacali lo sono altrettanto. Abbandoniamo, per una volta, il vecchio e scontato “modo di fare” sostituendolo con un più sano e costruttivo dialogo nelle opportune sedi. Attualmente uno “sciopero generale” risulta essere sproporzionato e, vogliamo credere, ribadendolo, che sia solo un forte (solo nella forma) annuncio per poter catalizzare l’attenzione dei potenziali partecipanti. 

Mancano pochi giorni a Natale e apprendere della cancellazione di tale evento potrà solo giovare a tutti come un dono ricevuto. Qualora, invece, si dovesse assistere a tale manifestazione, pur rispettando l’intento degli organizzatori, le sembianze di un inaspettato scherzo carnevalesco prenderebbero forma. Purtroppo, uno scherzo di pessimo gusto. 

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