Alberto Asor Rosa è morto: massimo critico e storico della letteratura italiana, aveva 89 anni

Ci ha lasciati all’età di 89 anni Alberto Asor Rosa, tra i maggiori storici della letteratura, critico letterario, saggista e politico (ex deputato Pci), nonché professore di Letteratura italiana alla Sapienza di Roma per 52 anni. 

Nato Roma il 23 settembre del 1933, Asor Rosa è stato uno dei più grandi studiosi della nostra letteratura e del rapporto tra questa e le ideologie politiche. Ha anche diretto la collana Einaudi dedicata alla Letteratura italiana dal 1982 al 1991.

“Doveva uscire questo venerdì. Sembrava stesse meglio ma ha avuto un improvviso arresto cardiaco. Negli ultimi due anni mio padre ha avuto una salute traballante dovuta a problemi cardiaci e polmonari” spiegano le figlie Angela e Laura Asor Rosa.

Alberto Asor Rosa, la formazione

Diplomato al Liceo Classico Augusto di Roma, Asor Rosa si è laureato alla Sapienza, discutendo una tesi su Vasco Pratolini con Natalino Sapegno e Ungaretti. Intellettuale di formazione marxista da sempre impegnato nella dialettica tra cultura e potere e nell’analisi della realtà sociale.

Lasciò il Pci nel 1956, come molti altri intellettuali che reagirono inorriditi alla tragedia ungherese, e vi rientrò solo nel ’72: lavorò alla sua trasformazione ed è stato più volte parlamentare (eletto nel ’79), e poi, dopo la caduta del Muro, membro della direzione del Pds e direttore della nuova Rinascita, che sotto la sua guida però prese sin dal primo numero le distanze dal passato togliattiano, e questo non era proprio un’ovvietà per la rivista fondata dal Migliore.

Studioso in particolare della letteratura italiana moderna e del periodo barocco, ha ideato e diretto la monumentale Storia della letteratura Einaudi, e tante monografie e corsi universitari affollatissimi dedicati ai grandi protagonisti della letteratura italiana.

Per lui il classico di una vita era l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto: ”L’età giusta per leggere l’Orlando Furioso intensamente e non distaccarsene più – diceva – è fra i 30 e i 40 anni, quando uno è, ancora abbastanza giovane per ricordarsi che la realtà quotidiana non è tutto e già abbastanza maturo per capire che oltre il visibile esistono mondi che non vale la pena perdere”.

Mentre il suo impegno più politico, militante per carattere, è legato alla collaborazione a periodici come ”Mondo operaio”, ”Mondo nuovo” e alla direzione di ”Contropiano”, ”Laboratorio politico” e, infine, appunto ”Rinascita” nel ’90/91.

Asor Rosa, critico letterario 

L’esordio di Asor Rosa come studioso avvenne con ”Scrittori e popolo” del ’65, polemica disanima della letteratura italiana impegnata tra Otto e Novecento, scoprendone l’ottica populista e aprendo un dibattito sul rapporto tra intellettuali e proletariato che ebbe molta risonanza. Stesso taglio ideologico ebbe il suo successivo studio su ”Thomas Mann o dell’ambiguità borghese” del ’71, anche se con un maggiore impegno storicistico.

Negli anni 70 ha successo, ma fa discutere per le scelte e il taglio, una sua ”Storia della letteratura italiana” per le scuole superiori. Saggi e articoli sono raccolti in ”Intellettuali e classe operaia”, ”Le due società”, ”L’ultimo paradosso”. Del ’92 è ”Fuori dell’Occidente, ovvero ragionamento sull’Apocalisse”, in cui invitava a cercare un’idea nuova di opposizione, fuori dal modello omologato nei paesi più ricchi dell’occidente.

E’ del 2002 un romanzo autobiografico ‘‘L’alba di un mondo nuovo’‘, una vena narrativa poi approfondita fino a ”Amori sospesi”, del 2017. Nel 2009 è uscito il volume Il Grande silenzio – Intervista sugli intellettuali, in cui A. R., intervistato da S. Fiori, riflette sulla storia degli intellettuali, soprattutto della seconda metà del Novecento, in Italia, mentre è del 2011 la raccolta di saggi di critica letteraria Le armi della critica.

Tra le sue opere più recenti: Letteratura italiana. La storia, i classici, l’identità nazionale (2014); Scrittori e popolo 1965. Scrittori e massa 2015 (2015), in cui cerca di dare ordine alla produzione letteraria degli scrittori nati dopo il 1960; Machiavelli e l’Italia. Resoconto di una disfatta (2019); L’eroe virile. Saggio su Joseph Conrad (2021).

Nel 2005 gli sono stati dedicati studi in onore: Critica e progetto. Le culture in Italia dagli anni Sessanta a oggi, mentre è del 2020 il volume Scritture critiche e d’invenzione, contenente un’ampia selezione della sua produzione saggistica e letteraria.

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