ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Del Professore Domenico Salimbeni – 12 Marzo 2024

Prendo lo spunto da una nota di Fiorentino Bevilacqua per alcune considerazioni sugli interessi nascosti dietro la bufala dei cambiamenti climatici.

Però, per evitare di essere accusato di aver inventato alcune considerazioni e/o informazioni che seguono, ho ritenuto necessario allegare al post la bibliografia dalla quale le stesse considerazioni e/o informazioni sono state tratte. Tutt’al più, chi crede a quanto segue può non perdere tempo a verificarlo nella bibliografia allegata, che ovviamente non è esaustiva.

Si parla tanto di cambiamenti climatici che non varrebbe la pena di darne una definizione. Ma la do lo stesso, anche se soggettiva, giusto per avere un punto di partenza comune e rinfrescare la memoria a chi si fosse un po’ distratto (cosa peraltro difficile, visto che, ovunque ci si giri, c’è qualcuno che parla, scrive, pontifica il mutamento, oltretutto drammatico, che sarebbe in atto). Il cambiamento del clima è (sarebbe, in verità) il mutamento del valore, misurato in un discreto intervallo di tempo, assunto da uno o più parametri quali la copertura nuvolosa, le precipitazioni, le temperature, etc., rispetto a quello di un periodo preso come riferimento.

Dalla narrazione che se ne fa sui media, sembrerebbe di poter individuare nel periodo, lungo e presupposto stabile, intercorso tra la fine dell’ultima glaciazione e il 1850÷1860, il periodo da considerare quale “termine” di confronto per il parametro temperatura della bassa atmosfera, cioè la troposfera (1).

Dalle narrazioni dei media, e non solo, si desume che “In quel periodo” la temperatura “sarebbe stata stabile”, anche se in realtà non è vero (2,3), o lo sarebbe stata in un periodo molto più breve e recente, per esempio a partire dal Medioevo, ma anche questa affermazione è non vera (4).

Qualcuno afferma che i dati che riguardano la temperatura dei periodi antecedenti il XIX secolo sono stimati, non misurati, ma ad essi si può obiettare che:

1. Se la paleoclimatologia è considerata una scienza attendibile quando tratta, per esempio, del clima del Triassico (201÷252 milioni di anni fa (5), lo è ancor di più quando, supportata anche da documenti d’archivio, testimonianze archeologiche etc., ci dice quale fosse il clima in un periodo storico molto più recente;

2. Un dato ricavato da misurazioni, anche certificate, ma fatte in un periodo di tempo relativamente molto breve (30÷50 anni), non può ragionevolmente essere estrapolato ad un periodo futuro, per tante ragioni, soprattutto nel caso in esame, anche perché può essere parte di una tendenza, più generale e di lungo periodo, di segno opposto (aumento di temperatura nel breve periodo considerato, contro una tendenza, su un periodo più lungo, alla diminuzione);

3. La temperatura di un picco di massima o di minima rappresentano, a tutti gli effetti, un cambiamento rispetto a quelle del tratto ascendente o discendente che le precedono.

Dunque, i cambiamenti del parametro temperatura, come si vede, ci sono sempre stati e ci saranno sempre (due casi rarissimi di “sempre” non assimilabile a “supercazzola” (Ugo Tognazzi dixit)..

L’infondata narrazione mediatica catastrofista ci dice però che la temperatura troposferica, di per sé stabile, starebbe aumentando a causa della CO2 prodotta da noi umani. E starebbe aumentando a causa delle 4 molecole di CO2 che noi umani produciamo con le nostre attività aggiungendole alle 9996 molecole di gas e vapori ad effetto serra, qualcuno dei quali ben più potente “trattenitore” di infrarossi rispetto alla CO2, già naturalmente presenti, in un dato volume di atmosfera (6).

Questa conclusione, in realtà, è insostenibile sia se analizzata alla luce dei dati di cui gli articoli riportati in nota sono solo una piccolissima parte, sia se si considera il parere di specialisti del calibro di Lindzen: “Un raddoppio del tenore di CO2 in atmosfera ha un peso pari a circa il 2% del bilancio energetico terrestre. Ritenere che questo 2% legato ad una singola variabile prevalga sull’infinità di fattori che influenzano il clima terrestre equivale a credere nella magia” (7-8), o di Prodi: “La scienza del clima è ancora nell’età dell’infanzia […] con i modelli che ha a disposizione, può solo elaborare degli scenari incompleti. Incompleti, soprattutto, se qualcuno intende basare su di essi il destino dell’umanità. Farlo, non sarebbe un atto di coscienza ecologica. Piuttosto, di incoscienza scientifica” (9), o di Bjorklund: “Nessuno dei 102 modelli climatici della media troposfera indica che la temperatura si avvicina abbastanza a prevedere le temperature future per giustificare cambiamenti nelle politiche ambientali” (10-11), e molti altri ancora.

In ogni caso, la questione del cambiamento del parametro temperatura troposferica andrebbe analizzata, da parte di chi non è uno specialista del clima, alla luce di un minimo di conoscenze, e buon senso scientifico che ognuno dovrebbe possedere. Non guasterebbe, inoltre, la volontà, scevra da pregiudizi di conferma, di documentarsi “a tutto tondo”. In caso contrario viene da chiedersi a proposito delle mistificazioni circa il cambiamento climatico, il Prof. Zappalà HA AFFERMATO con non poca amarezza e sconforto: “A cosa serve la divulgazione scientifica se deve combattere contro i mulini a vento, potenti e invincibili, delle menzogne, delle mistificazioni, delle scelte basate su interessi commerciali, etc., etc.? […] tutti si sentono in grado di parlare, di scegliere il Big Bang oppure no, di sentirsi all’altezza di una Scienza che si sta svalutando ben più in fretta di quanto la temperatura stia salendo” (12).

A questo proposito ricordo che John Bates, scienziato della NOAA di alto livello con una reputazione impeccabile, accusava Thomas Karl, direttore della sezione della NOAA che si occupa di dati climatici, di “aver insistito su decisioni e scelte scientifiche che massimizzavano il riscaldamento e minimizzavano la documentazione… nel tentativo di screditare la nozione di una pausa del riscaldamento globale, di affrettarsi in modo tale da pianificare pubblicazioni per influenzare le delibere nazionali ed internazionali sulle politiche climatiche“ (13). E questo non è che uno dei tanti casi che si potrebbero citare.

Ma, se non c’è fondamento alcuno alla tesi del cambiamento climatico, unico, attuale, drammatico, irreversibile e causato dall’uomo, da cosa nasce, cosa genera e alimenta questo infondato allarmismo climatico?

Gli indizi (sui media!) per provare a dare una risposta a questa domanda, sono rari e sparsi (questi sì) qua e là: essi non hanno, infatti, una narrazione costante, martellante e drammatica al pari del sostegno all’idea del “pericoloso” cambiamento della temperatura, irreversibile a partire da date di volta in volta diverse: 1999, 2009, 2012, 2015, 2017. etc. (14-15). Faccio tre esempi:

1) A margine di una delle tante conferenze sul clima, un giornalista intervistò un partecipante al summit, non un politico ma un tecnico, e bene informato, il quale indicò due gruppi multinazionali che supportavano la transizione dall’economia basata sull’uso dei combustibili fossili a quella “green” dei paesi che, con le sole loro forze, non ce l’avrebbero mai fatta. Come? Ovvio: vendendo la tecnologia “verde” prodotta dall’occidente, eventualmente prestando i fondi necessari per l’acquisto se “quei paesi” non li avessero posseduti. Così quel paesi non avrebbero più prodotto CO2 (nemmeno una delle quattro molecole sulle 10000 a effetto serra presenti nell’atmosfera!), ma soprattutto i paesi occidentali interessati avrebbero incrementato le commesse industriali, il paese “supportato” avrebbe incrementato il proprio indebitamento (ma… cavoli suoi) e sarebbe diventato più malleabile nei consessi politico-economici internazionali, dove non avrebbe potuto assumere posizioni in contrasto col volere e gli interessi dei bravi samaritani. In italiano: affari e neo-colonialismo mascherato da aiuto! L’intervista, però “è sparita” dai media, ma il 27/11/19 Rinco Timmermans, l’olandese ex vicepresidente esecutivo della nuova Commissione Ue che dovrà realizzare il “Green new deal” (16), afferma che quest’ultimo prevederà l’imposizione di una tariffa doganale a tutti quei prodotti di importazione che dovessero risultare più inquinanti dei corrispondenti prodotti europei (… che, come è noto, costano di più di quelli di importazione per via dell’alto costo del lavoro, la tassazione più elevata, il maggior costo del denaro etc), per … proteggere l’ambiente e la Madre Terra (!?!), cioè per realizzare un interesse economico che senza la bufala del cambiamento climatico non potrebbe essere soddisfatto ma, col cambiamento climatico, diventa un’azione moralmente doverosa, ineludibile ed obbligatoria, altrimenti si raggiunge il punto di non ritorno che…non esiste (17), e passa anche col sostegno delle folle “oceaniche” (?) del verdì. Ma in realtà non tratta di tariffe doganali, bensì di imposte volte a scoraggiare l’uso di tecnologie che attentano alla salvezza del Pianeta! Così nessuno può opporsi!

2) La Polonia è un paese in fase di sviluppo grazie alla sua industria pesante la quale, però, ha bisogno di grandi quantità di energia che, grazie alle riserve di carbone polacche, usa questo combustibile. Ma… bruciare carbon fossile significa immettere CO2 in atmosfera, cosa che alla luce della vulgata prima descritta non si deve fare. Quindi la Polonia deve convertire la sua industria all’utilizzo delle energie rinnovabili, acquistare la tecnologia relativa dai paesi che la producono, e spendere soldi. Ma forse non ha tutti i soldi per realizzarla, quindi arriva il buon samaritano (l’Europa Unita!) che si offre di prestare i fondi necessari anche se l’investimento economico porterebbe il rapporto deficit/PIL polacco al disopra del famigerato 3% e la Polonia dovrebbe subire i richiami di Bruxelles. Dunque: la Polonia si fa prestare i soldi che servono, e si indebita, riduce poi i servizi per mantenersi, malgrado gli investimenti fatti per convertirsi al green, al disotto di quel 3% per il quale molti economisti americani ancora si sbellicano dalle risate. Risultato? Un paese con meno servizi (quindi con meno pace sociale), più debito (leva da utilizzare in futuro…) e meno autonomia … TOMBOLA! Ecco a cosa serve l’Europa “unita”! Anche se… le fonti rinnovabili sono poco costose e realizzabili senza alcun grosso sacrificio (18). Infatti!

3) Il presunto riscaldamento globale torna utile (come forse in quello dell’industria europea che si protegge, con il Green New Deal, dai prodotti a basso costo che ci invadono da Est). Viste le condizioni in cui è stata ridotta l’agricoltura, e che in un regime di libero mercato, oltretutto globalizzato, non si possono dare contributi neanche a chi stesse morendo (come accade, per esempio, a molte aziende agricole italiane), i canali aperti dalla lotta alla CO2, diventano delle vie attraverso le quali far giungere le risorse necessarie, indispensabili, a chi ne ha bisogno. Davide che, in un certo senso, in questo caso, si prende la sua rivincita sul Golia della Grande Distribuzione e del Mercato liberalizzato in cui, ad essere globalizzato, è solo il prodotto, non le regole per produrlo (19).

In conclusione, allo stato attuale delle conoscenze il “cambiamento climatico” (inteso come la tendenza, ancora per poco reversibile, all’aumento della temperatura causato dalla CO2 di origine antropica) è una bufala. Ma una bufala che serve, molto, e a molte cose che vengono fatte apparire come effetti secondari non voluti, non dichiarati e forse nemmeno pensati.

Da soli gli … scienziahti, nulla potrebbero, pertanto occorrono le masse, e occorre che le masse diano il loro sostegno tanto acritico quanto convinto, tanto più convinto quanto più esso nasce dalla disinformazione e dalla convinzione di stare dalla parte di una causa giusta, quasi santa, quindi… praticamente obbligatoria.

E servono i media, per inculcare nella massa la visione e il credo salvifici… Il resto, detto in chiaro, lo fanno la famelicità di pochi (il vero motore del tutto) e la credulità di tanti!

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1. https://www.google.com/search?q=troposfera%20significato… La troposfera

2. https://www.attivitasolare.com/capire-meglio…/, lungo articolo, ricco di grafici, sui vari periodi caldi succedutisi dalla fine dell’ultima glaciazione.

3. http://www.climatemonitor.it/?p=32551 Articolo che riporta i “cambiamenti climatici”, e la concentrazione di CO2 atmosferica, degli ultimi 10.000 – 25.000 anni

4. http://www.centrometeo.com/…/5454-piccola-era-glaciale… articolo ricco di dati climatici, ed eventi storicamente documentati, relativi alla Piccola Era Glaciale del medioevo (PEG o LIA, Little Ice Age)

5. https://it.wikipedia.org/wiki/Triassico Il Triassico

6. https://daltonsminima.altervista.org/…/co2-vs-h2o…/ Il vapore acqueo dà un effetto serra maggiore rispetto alla CO2

7. https://merionwest.com/…/richard-lindzen-thoughts-on…/ L’articolo di Lindzen

8. https://www.thegwpf.com/putting-climate-change-claims-to…/ articolo complesso ma che, con un paio di immagini iniziali molto chiare dà, con l’immediatezza della grafica, l’idea del giusto peso da attribuire alla CO2 di origine antropica

9. https://www.huffingtonpost.it/…/con-greta-siamo-di… L’intervista al fisico dell’atmosfera Franco Prodi

10. https://www.attivitasolare.com/170-anni-di-dati-sulla…/ 170 anni di dati sulla temperatura della superficie terrestre non mostrano alcuna prova di riscaldamento significativo

11. https://www.uh.edu/…/eart…/people/faculty/tom-bjorklund/ link all’articolo originale della nota 10, qui scaricabile in PDF

12. http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/…/il-piu-grande…/ IL PIÙ GRANDE SCANDALO SCIENTIFICO DELLA STORIA: VALE LA PENA COMBATTERE ANCORA?

13. https://www.attivitasolare.com/climategate-2-dati…/ John Bates e il Climategate 2

14. http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/…/il-punto-di-non…/ La lista delle previsioni non verificatesi sulla data del punto di non ritorno del parametro temperatura

15. http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/…/26/30-anni-scaduti/ La previsione del 1988 secondo la quale le Maldive sarebbero state sommerse entro il 2018

16. https://rep.repubblica.it/…/frans_timmermans_l_europa…/ L’intervista di Repubblica a Frans Timmermans

17. https://forum.meteonetwork.it/…/83980-co2-spettroscopia… John Nicol Climate Change (A Fundamental Analysis of the Greenhouse Effect

18. http://www.climatemonitor.it/?p=51674 Il costo reale dell’energia rinnovabile

19. https://www.agricultura.it/…/mitigazione-dei…/ Mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso una filiera sostenibile per il settore olivicolo-oleario

Fonte: ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI (Autore: Enzo Ragusa)

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